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Prorogata la mostra Figure del Desiderio, Museo Carlo Bilotti | Roma, fino al 16.2

Prorogata fino al 16 febbraio la doppia personale itinerante delle artiste Sonia Ros (Conegliano Veneto) e Katja Kotikoski (Espoo, Finlandia), curata da Afrodite Oikonomidou e Roberto Mastroianni presso il Museo Carlo Bilotti di Roma.


Il tema sul quale le due artiste sono chiamate a confrontarsi è quello del desiderio, delle Figure del Desiderio, un percorso espositivo nato in seguito al loro incontro. Il verbo “desiderare” - da sīdus, “stella”, preceduto dal prefisso negativo de - proviene dal latino e significa “non scorgere le stelle utili per trarne auspici”, e dunque “sentire la mancanza di qualcosa”.
Il desiderio è inteso dalle artiste come forza generatrice che muove verso una meta, un’energia che sottende il movimento e la vita, nobilitando la vita stessa ad una permeante ricerca. Ciò che vediamo in mostra è dunque il materializzarsi dell’intervallo, spaziale e temporale, che intercorre tra l’oggetto desiderato e l’appagamento del desiderio. Nonostante si intreccino due linguaggi espressivi differenti – quello pittorico scelto da Sonia Ros e quello scultoreo prediletto dalla ceramista Katja Kotikoski – la mostra diventa un dialogo tra le due voci in campo, che interagiscono continuamente facendo sì che ogni scultura sembri venir fuori dalle tele, e viceversa.


Straniero (2013), Torso (2013) e Sognatore (2013) sono tra le ceramiche di Kotikoski, definite dall’artista “piccole storie o poesie figurative”, che seppur a metà strada tra le forme pure ed essenziali di Constantin Brancusi e quelle organiche e sinuose di Henry Moore, si distanziano notevolmente da entrambi. Sono forme spumose queste, lievitanti. Restituiscono il senso di continuità e di forma in divenire, senza mai privarsi di riferimenti antropomorfi - alla pelle umana, alla carne - aiutata in questo dall’impiego di ossidi metallici con cui ha agito sulla superficie delle sculture.

“Il mio lavoro può sembrare astratto, nonostante l’oggetto sia umano.” L’urgenza dell’artista di “rendere osservabile l’invisibile” trova dunque risposta nella sua produzione scultorea, che riesce bene a palesare un complesso stato emotivo e mentale: la condizione desiderante.


Federica Fierri