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Su Artribune il padiglione Finlandia della Biennale raccontato da Patrik Söderlund | Venezia, dal 9.5




Pubblichiamo qui l'intervista di Ginevra Bria al duo finlandese IC-98, invitato a rappresentare la Finlandia alla prossima Biennale di Venezia che aprirà
al pubblico il 9 maggio.

Qui l'articolo su Artribune







La Finlandia presenta al Padiglione dei Giardini il percorso Hours, Years, Aeons. Il Paese scandinavo ha invitato IC-98
(Patrik Söderlund, 1974, e Visa Suonpää, 1968) a installare un inedito lavoro che creasse un nuovo scenario all’interno
dello spazio disegnato da Alvar Aalto nel 1956. Il duo ha lavorato con l’intenzione di riportare il Padiglione indietro nel tempo:
come una sorta di documento, l’edificio narra i racconti di una nazione e della sua crescita.
Ne abbiamo parlato con Patrik Söderlund.



Ore, anni eoni… Cosa ci dobbiamo aspettare dal Padiglione finlandese?

Hours, Years, Aeons è la prosecuzione site specific di un nostro lavoro in costante crescita, mai completo,
dal titolo Abendland cycle. Verrà allestita una installazione multimediale che combina animazione video ed elementi materiali.
La storia che entrambe le dimensioni narrano si svilupperà attorno a tempi dalla durata estremamente lunga, portando lo spettatore in un
futuro distante, al di là di qualsiasi età dell’uomo.



Qual è la tua definizione personale di identità nazionale?

Ogni identità nazionale è il frutto di costruzioni formate da livelli sovrapposti, una combinazione di elementi imposti politicamente e
sentiti intimamente, una dimensione all’interno della quale la cultura si conforma tanto alla natura del territorio quanto alla storia di un
popolo. Per noi, in qualità di artisti, la nazione finlandese è uno Stato che funziona come un importante sovvenzionatore, un insieme di
istituzioni per le quali i nostri lavori, nonostante il supporto, non potranno mai essere messi sotto esame minuzioso.


Qual è, invece, la tua definizione di eresia? Questo concetto può essere intrinseco alla natura oppure appartiene solamente alla sfera
della cultura umana?

Quello che amiamo dell’eresia è la singolarità di ogni interpretazione sbagliata di quel che comunemente viene accettato come verità.
Un’eresia è pura creazione, che si aggiunge alla moltitudine dei nostri pensieri.



I vostri lavori quale tipo di scenario visivo aggiungeranno all’immaginario estetico legato alla Finlandia?

I nostri lavori sono solitamente oscuri e cupi. Il nostro contesto di riferimento è intriso di tradizionale pessimismo culturale.
La nostra modalità di utilizzare gli elementi naturali, gli alberi ad esempio, come metafore della cultura e della storia, potrebbe
essere visto effettivamente come una peculiarità prettamente finlandese.



Quali territori illustrerete all’interno del Padiglione?

Il nostro territorio è rappresentato dal futuro immaginario che si apre proprio nel punto in cui comincia lo spazio del Padiglione finlandese.


La storia, l’architettura e l’estetica del Padiglione come ha influenzato il progetto?

La storia e la location del luogo sono sempre un importante punto di partenza per il nostro lavoro. A livello estetico, il Padiglione
ai Giardini offre molte sfide, poiché si tratta di una idiosincratica macchina modernista costruita per esporre dipinti.
Storicamente e materialmente, il Padiglione funge come un simulacro di cristallo tra il passato e il futuro: era stato ricavato dal
legno con il denaro proveniente da una politica amministrativa delle foreste finlandesi ed eretto nel mezzo di un parco europeo in cui
la natura è stata tematizzata, ordinata ed estetizzata, seguendo una sorta di buon precetto. La domanda, a questo punto, potrebbe essere:
che cosa significa natura? Quale il significato di un’entità definita per mantenere, per seguire il corso della società nel lungo periodo?



Un invito che accompagni i visitatori.

Suggerirei loro, solamente, di portare pazienza. Prestateci parte del vostro tempo e noi vi restituiremo, in cambio, molto di più.