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Spectator. Osservare da dentro, esser visti da fuori
Il 05/05/2013
Porte aperte su Spectator, la prima personale in Italia dell’artista finlandese Elina Brotherus (Helsinki, 1972), fino al 12 maggio presso la galleria Effearte di Milano. Come a voler creare un percorso cronologico, le fotografie in mostra vanno dagli scatti appartenenti alla serie Artist and her Model - dal 2007 al 2011- ai più recenti realizzati a New York.
La Brotherus si fa al contempo voyeur e protagonista nei suoi lavori. Lasciandosi osservare dal medium fotografico, l’artista riflette, dall’interno dell’opera, sul rapporto che la sua figura instaura con lo spazio circostante. Essa posa in contesti deserti, che spaziano dalle foreste finlandesi alle sconfinate distese dell’Islanda, fino ad approdare alla realtà metropolitana di New York. Il rapporto con il paesaggio che l’attornia è chiamato costantemente in causa, essendo l’artista alla continua ricerca della calma, del silenzio e della pace che solo gli ampi spazi riescono a restituirle.
La reciprocità della visione è un altro elemento ricorrente nella sua ricerca. La Brotherus si rivolge sempre allo spettatore, guardandolo negli occhi o al contrario volgendogli le spalle. Quest’ultima è una strategia debitrice della storia dell’arte, che le permette di farsi tramite tra l’opera e il pubblico, invitandolo ad immergersi nel paesaggio che le si apre davanti, attraverso di sé.
A chiudere la mostra è il video dell’artista norvegese Marit Følstad (Tromsø, 1969) dal titolo With The Lights Out. Il primissimo piano è sul volto di un uomo che fuma, azione che si ripete per tutto il video. La dilatazione temporale del gesto, apportata dall’artista nel rallentarne la riproduzione, attribuisce maggior valore allo “spazio tra le azioni”, alle intercapedini espressive su cui di solito non poniamo attenzione, un po’ come fa Douglas Gordon in Psycho, prolungando il film per ventiquattro ore. Il fumo che fuoriesce dalla bocca dell’uomo assume inoltre particolari forme, ridisegnando nell’aria un linguaggio altro, un ectoplasma che rimanda a dimensioni interiori.
Federica Fierri
Effearte Galleria
La Brotherus si fa al contempo voyeur e protagonista nei suoi lavori. Lasciandosi osservare dal medium fotografico, l’artista riflette, dall’interno dell’opera, sul rapporto che la sua figura instaura con lo spazio circostante. Essa posa in contesti deserti, che spaziano dalle foreste finlandesi alle sconfinate distese dell’Islanda, fino ad approdare alla realtà metropolitana di New York. Il rapporto con il paesaggio che l’attornia è chiamato costantemente in causa, essendo l’artista alla continua ricerca della calma, del silenzio e della pace che solo gli ampi spazi riescono a restituirle.
La reciprocità della visione è un altro elemento ricorrente nella sua ricerca. La Brotherus si rivolge sempre allo spettatore, guardandolo negli occhi o al contrario volgendogli le spalle. Quest’ultima è una strategia debitrice della storia dell’arte, che le permette di farsi tramite tra l’opera e il pubblico, invitandolo ad immergersi nel paesaggio che le si apre davanti, attraverso di sé.
A chiudere la mostra è il video dell’artista norvegese Marit Følstad (Tromsø, 1969) dal titolo With The Lights Out. Il primissimo piano è sul volto di un uomo che fuma, azione che si ripete per tutto il video. La dilatazione temporale del gesto, apportata dall’artista nel rallentarne la riproduzione, attribuisce maggior valore allo “spazio tra le azioni”, alle intercapedini espressive su cui di solito non poniamo attenzione, un po’ come fa Douglas Gordon in Psycho, prolungando il film per ventiquattro ore. Il fumo che fuoriesce dalla bocca dell’uomo assume inoltre particolari forme, ridisegnando nell’aria un linguaggio altro, un ectoplasma che rimanda a dimensioni interiori.
Federica Fierri
Effearte Galleria