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Apriamo un confronto di idee sugli esiti del concorso per il Museo Guggenheim Helsinki, vinto dallo studio parigino Moraeu Kusunoki.
Abbiamo chiesto il parere di Paula Holmila, giornalista e critica di architettura, una delle firme di "Helsingin Sanomat".
Quattro anni di dibattito sul Guggenheim Helsinki
Il dibattito sul Guggenheim a Helsinki va avanti da oltre quattro anni. Il voto contrario della Giunta comunale di Helsinki, del 2012, non ha fermato il progetto. Nonostante questo, non c’è oggi alcuna certezza che il museo sarà mai costruito.
Le voci critiche affermano che finanziare il Guggenheim a Helsinki non è responsabilità dei cittadini che pagano le tasse, soprattutto nella difficile situazione economica attuale. Inoltre, l’idea che sostiene il museo è ancora poco chiara. Ad un certo punto doveva essere un museo di design e architettura, poi si è passati alle belle arti.
I promotori del progetto pensano che porterà turisti e renderà Helsinki un po’ più internazionale. La visione originaria era che avrebbe attratto visitatori dalla Russia, ma oggi la situazione politica e le sanzioni dell’Unione Europea hanno ridotto al minimo il numero di turisti russi.
Né gli studi di fattibilità né il concorso sono stati finanziati dal Guggenheim, ma da fondazioni finlandesi e della Città di Helsinki. Alla Città si chiede anche di donare il sito, pagare la costruzione dell’edificio, e di coprire tutti i costi annuali, compresi i salari. I finanziatori privati sono impegnati a raccogliere i 30 milioni di dollari necessari per pagare la licenza di uso del marchio Guggenheim per i primi vent’anni.
A mio parere, il recente concorso, finalizzato a promuovere la bontà del progetti, non gli ha giovato affatto. Le incertezze sulla sua realizzazione devono aver influito sugli esiti del concorso. Sembra che le ‘archistar’ non siano state interessate a partecipare e ci sono state solo poche proposte dagli Scandinavi. E’ stata una delusione vedere che non ci sono architetti nordici tra i i sei finalisti.
Anche la giuria del concorso ha avuto la sua parte di critiche. Mark Wigley, president della giuria, ha dichiarato che c’è stato il ricorso al voto per decretare il vincitore, cosa molto inusuale e che può essere interpretata come un fallimento. Ho anche trovato strano che per la seconda fase sono stati scelti sei progetti totalmente differenti l’uno dall’altro. Una delle cose non condivisibili del bando di concorso era la richiesta di usare il legno – sul waterfront, nel centro storico della città costruito in mattoni e pietra. Positiva, d’altra parte, la decisione di pubblicare i progetti concorrenti sul web.
Il Guggenheim ha voluto battere il record mondiale di partecipanti, e ha ricevuto più di 1700 proposte, un numero altissimo. Comunque, partecipare alla prima fase non ha richiesto cosi tanto lavoro come normalmente accade nei concorsi di architettura in Finlandia. Per esempio, non erano richiesti modelli in scala. Le proposte sembravano semplici schizzi concettuali realizzati con bei disegni. E’ come se centinaia di studenti di architettura di tutto il mondo abbiano tentato la sorte. A mio avviso, la qualità generale dei progetti presentati è stata piuttosto bassa, e il vincitore non ha soddisfatto le aspettative.
Il concorso ha confermato che la posizione nel cuore della città, sul waterfront, e a contatto con il centro neoclassico, pone una sfida altissima. Il principio della pianificazione in quest’area è stato quello di vietare le strutture alte in competizione con le guglie delle chiese antiche. Il progetto vincitore, contraddicendo le richieste del bando, ha previsto una torre.
L’area espositiva del museo Guggenheim (3000 metri quadrati) non è maggiore di quella del Kiasma, il Museo di arte contemporanea. Il costo di costruzione (130 milioni di euro) sembra totalmente irrealistico.
Paula Holmila, agosto 2015
http://designguggenheimhelsinki.org
http://www.helsinkitimes.fi/finland/finland-news/domestic/13419-councillors-lukewarm-on-guggenheim-helsinki.html
Quattro anni di dibattito sul Guggenheim Helsinki_Il commento di Paula Holmila
Il 28/08/2015
Apriamo un confronto di idee sugli esiti del concorso per il Museo Guggenheim Helsinki, vinto dallo studio parigino Moraeu Kusunoki.
Abbiamo chiesto il parere di Paula Holmila, giornalista e critica di architettura, una delle firme di "Helsingin Sanomat".
Quattro anni di dibattito sul Guggenheim Helsinki
Il dibattito sul Guggenheim a Helsinki va avanti da oltre quattro anni. Il voto contrario della Giunta comunale di Helsinki, del 2012, non ha fermato il progetto. Nonostante questo, non c’è oggi alcuna certezza che il museo sarà mai costruito.
Le voci critiche affermano che finanziare il Guggenheim a Helsinki non è responsabilità dei cittadini che pagano le tasse, soprattutto nella difficile situazione economica attuale. Inoltre, l’idea che sostiene il museo è ancora poco chiara. Ad un certo punto doveva essere un museo di design e architettura, poi si è passati alle belle arti.
I promotori del progetto pensano che porterà turisti e renderà Helsinki un po’ più internazionale. La visione originaria era che avrebbe attratto visitatori dalla Russia, ma oggi la situazione politica e le sanzioni dell’Unione Europea hanno ridotto al minimo il numero di turisti russi.
Né gli studi di fattibilità né il concorso sono stati finanziati dal Guggenheim, ma da fondazioni finlandesi e della Città di Helsinki. Alla Città si chiede anche di donare il sito, pagare la costruzione dell’edificio, e di coprire tutti i costi annuali, compresi i salari. I finanziatori privati sono impegnati a raccogliere i 30 milioni di dollari necessari per pagare la licenza di uso del marchio Guggenheim per i primi vent’anni.
A mio parere, il recente concorso, finalizzato a promuovere la bontà del progetti, non gli ha giovato affatto. Le incertezze sulla sua realizzazione devono aver influito sugli esiti del concorso. Sembra che le ‘archistar’ non siano state interessate a partecipare e ci sono state solo poche proposte dagli Scandinavi. E’ stata una delusione vedere che non ci sono architetti nordici tra i i sei finalisti.
Anche la giuria del concorso ha avuto la sua parte di critiche. Mark Wigley, president della giuria, ha dichiarato che c’è stato il ricorso al voto per decretare il vincitore, cosa molto inusuale e che può essere interpretata come un fallimento. Ho anche trovato strano che per la seconda fase sono stati scelti sei progetti totalmente differenti l’uno dall’altro. Una delle cose non condivisibili del bando di concorso era la richiesta di usare il legno – sul waterfront, nel centro storico della città costruito in mattoni e pietra. Positiva, d’altra parte, la decisione di pubblicare i progetti concorrenti sul web.
Il Guggenheim ha voluto battere il record mondiale di partecipanti, e ha ricevuto più di 1700 proposte, un numero altissimo. Comunque, partecipare alla prima fase non ha richiesto cosi tanto lavoro come normalmente accade nei concorsi di architettura in Finlandia. Per esempio, non erano richiesti modelli in scala. Le proposte sembravano semplici schizzi concettuali realizzati con bei disegni. E’ come se centinaia di studenti di architettura di tutto il mondo abbiano tentato la sorte. A mio avviso, la qualità generale dei progetti presentati è stata piuttosto bassa, e il vincitore non ha soddisfatto le aspettative.
Il concorso ha confermato che la posizione nel cuore della città, sul waterfront, e a contatto con il centro neoclassico, pone una sfida altissima. Il principio della pianificazione in quest’area è stato quello di vietare le strutture alte in competizione con le guglie delle chiese antiche. Il progetto vincitore, contraddicendo le richieste del bando, ha previsto una torre.
L’area espositiva del museo Guggenheim (3000 metri quadrati) non è maggiore di quella del Kiasma, il Museo di arte contemporanea. Il costo di costruzione (130 milioni di euro) sembra totalmente irrealistico.
Paula Holmila, agosto 2015
http://designguggenheimhelsinki.org
http://www.helsinkitimes.fi/finland/finland-news/domestic/13419-councillors-lukewarm-on-guggenheim-helsinki.html