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La 56a edizione della Biennale di Venezia vede due importanti partecipazioni finlandesi. La prima è l'installazione Hours, Years, Aeons del duo IC-98 al piccolo padiglione ai Giardini, disegnato da Alvar Aalto e inaugurato negli anni Cinquanta con la mostra della pittrice Helene Schjerfbeck. La seconda
è la partecipazione dell'artista iracheno Adel Abidin, da anni residente a Helsinki, alla bella collettiva The Great Game organizzata dal padiglione Iran a Cannaregio.
Il duo IC-98 (Patrik Söderlund e Visa Suonpää) ha interpretato il padiglione finlandese come una camera dove si assiste all'installazione site specific Hours, Years, Aeons, titolo che si riferisce
al passare del tempo e agli effetti nefasti dell'umanità sulla natura. Una natura naufragata forse sopravviverà all'uomo, ma intanto nelle ore, negli anni, negli eoni le risorse verranno esaurite e altre forme di vita occuperanno luoghi e i segreti sepolti riaffioreranno.
La mostra è commissionata da Frame Visual Art Finland e curata da Taru Elfving, PhD, Frame’s Head of Programme.
Adel Abidin è nato a Baghdad, vive e lavora a Helsinki. Non rappresenta la Finlandia stavolta (aveva installato la sua Abidin Travels al Padiglione Nordico nel 2007) ma è stato invitato a partecipare negli spazi recuperati di una ex fabbrica al Padiglione Iran a Cannaregio. Qui Abidin ha installato in un cortile il suo neon I am sorry, che stigmatizza la risposta che riceveva negli Stati Uniti quando diceva di essere iracheno. Le parole sono circondate da lampadine dei colori della bandiera americana.
Il padiglione Iran torna in laguna dopo anni e per quest'occasione ha invitato un gruppo di artisti del Medio Oriente, di varie provenienze, a esporre insieme senza confini all'interno della collettiva The Great Game, mostra curata da Marco Meneguzzo e Mazdak Faiznia.
Entrambe le partecipazioni finlandesi sono riuscitissime e riflettono sui temi più caldi del nostro tempo, quali la distruzione della natura e i pregiudizi culturali verso l'altro da sè.
Maria Stella Bottai
Presenze finlandesi alla Biennale di Venezia 2015: IC-98 e Adel Abidin | Venezia, fino al 22.11
Il 28/05/2015
La 56a edizione della Biennale di Venezia vede due importanti partecipazioni finlandesi. La prima è l'installazione Hours, Years, Aeons del duo IC-98 al piccolo padiglione ai Giardini, disegnato da Alvar Aalto e inaugurato negli anni Cinquanta con la mostra della pittrice Helene Schjerfbeck. La seconda
è la partecipazione dell'artista iracheno Adel Abidin, da anni residente a Helsinki, alla bella collettiva The Great Game organizzata dal padiglione Iran a Cannaregio.
Il duo IC-98 (Patrik Söderlund e Visa Suonpää) ha interpretato il padiglione finlandese come una camera dove si assiste all'installazione site specific Hours, Years, Aeons, titolo che si riferisce
al passare del tempo e agli effetti nefasti dell'umanità sulla natura. Una natura naufragata forse sopravviverà all'uomo, ma intanto nelle ore, negli anni, negli eoni le risorse verranno esaurite e altre forme di vita occuperanno luoghi e i segreti sepolti riaffioreranno.
La mostra è commissionata da Frame Visual Art Finland e curata da Taru Elfving, PhD, Frame’s Head of Programme.
Adel Abidin è nato a Baghdad, vive e lavora a Helsinki. Non rappresenta la Finlandia stavolta (aveva installato la sua Abidin Travels al Padiglione Nordico nel 2007) ma è stato invitato a partecipare negli spazi recuperati di una ex fabbrica al Padiglione Iran a Cannaregio. Qui Abidin ha installato in un cortile il suo neon I am sorry, che stigmatizza la risposta che riceveva negli Stati Uniti quando diceva di essere iracheno. Le parole sono circondate da lampadine dei colori della bandiera americana.
Il padiglione Iran torna in laguna dopo anni e per quest'occasione ha invitato un gruppo di artisti del Medio Oriente, di varie provenienze, a esporre insieme senza confini all'interno della collettiva The Great Game, mostra curata da Marco Meneguzzo e Mazdak Faiznia.
Entrambe le partecipazioni finlandesi sono riuscitissime e riflettono sui temi più caldi del nostro tempo, quali la distruzione della natura e i pregiudizi culturali verso l'altro da sè.
Maria Stella Bottai