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Paolo racconta la sua esperienza: corso estivo di finlandese a Laajasalo
Il 25/08/2014
ESPERIENZA DI PAOLO
Tulen kaipaamaan sinua...Suomi!
Helsinki-Vantaa, l'aeroporto di Helsinki ti accoglie come se ti stesse aspettando da sempre. Una domenica di luglio, diverse da tutte le altre, perché è la vigilia del tanto atteso corso di Finlandese. Io, dopo tanti anni, studente ancora una volta, nella magia di un paese che sento dentro. Sistemazione in casa di amici, in un quartiere nuovo della capitale, sul mare (Arabia).
Ecco il lunedì. Incontro, dopo aver pedalato per quasi mezz'ora, i mie compagni di scuola nella tanto attesa Laajasalon opisto. Un breve test di livello e via, l'esperienza inizia. La finestra dell'aula si affaccia su un bosco e si intravede il molo a pochi passi dalla scuola. La babele di idiomi che si incrociano tra i banchi viene riportata alla normalità dalla lingua finlandese dell'insegnante Anne, che come un diapason, accorda tutti in un unico suggestivo suono comune. Le lezioni sono serrate, le esercitazioni si alternano alla grammatica, la vita di ciascuno trova spazio nel reciproco sforzo di raccontarsi in finlandese. I pranzi alle 11.30, le gite insieme, le lezioni di cucina, le lezioni di botanica (in lingua originale), il cinema, tutto si incide quotidianamente nella mente e nel cuore lasciando un segno che personalmente non potrò cancellare.
Io amo i finlandesi perché, nel loro sorriso per il tuo sforzo di praticare la lingua, ti trasmettono l'orgoglio di saperti uno di loro. Amo Tove Jansson e i suoi Mumin, che ho avuto modo di apprezzare nell'esposizione presso l'Ateneum di Helsinki, dove realtà e finzione riassumono quel filo di leggenda che si respira in tutta la storia del paese.
Il test mette in ansia tutti: è bello vedere che non esiste età (dai 22 ai 65) per emozionarsi la notte prima degli esami. Poi la cerimonia di consegna dei diplomi, un attimo di commozione nel cantare insieme e il saluto dei docenti, che per 2 settimane ti hanno traghettato in questo sogno. Tulen kaipaamaan sinua...Suomi. (mi mancherai Finlandia). Questo l'ho imparato bene. Come anche la simpatica trasposizione del mio nome in Finlandese: Pauli Pyhäpuna.
Paolo Santarossa
Nella foto: Paolo, insegnante Anne, Letizia e Marius
Tulen kaipaamaan sinua...Suomi!
Helsinki-Vantaa, l'aeroporto di Helsinki ti accoglie come se ti stesse aspettando da sempre. Una domenica di luglio, diverse da tutte le altre, perché è la vigilia del tanto atteso corso di Finlandese. Io, dopo tanti anni, studente ancora una volta, nella magia di un paese che sento dentro. Sistemazione in casa di amici, in un quartiere nuovo della capitale, sul mare (Arabia).
Ecco il lunedì. Incontro, dopo aver pedalato per quasi mezz'ora, i mie compagni di scuola nella tanto attesa Laajasalon opisto. Un breve test di livello e via, l'esperienza inizia. La finestra dell'aula si affaccia su un bosco e si intravede il molo a pochi passi dalla scuola. La babele di idiomi che si incrociano tra i banchi viene riportata alla normalità dalla lingua finlandese dell'insegnante Anne, che come un diapason, accorda tutti in un unico suggestivo suono comune. Le lezioni sono serrate, le esercitazioni si alternano alla grammatica, la vita di ciascuno trova spazio nel reciproco sforzo di raccontarsi in finlandese. I pranzi alle 11.30, le gite insieme, le lezioni di cucina, le lezioni di botanica (in lingua originale), il cinema, tutto si incide quotidianamente nella mente e nel cuore lasciando un segno che personalmente non potrò cancellare.
Io amo i finlandesi perché, nel loro sorriso per il tuo sforzo di praticare la lingua, ti trasmettono l'orgoglio di saperti uno di loro. Amo Tove Jansson e i suoi Mumin, che ho avuto modo di apprezzare nell'esposizione presso l'Ateneum di Helsinki, dove realtà e finzione riassumono quel filo di leggenda che si respira in tutta la storia del paese.
Il test mette in ansia tutti: è bello vedere che non esiste età (dai 22 ai 65) per emozionarsi la notte prima degli esami. Poi la cerimonia di consegna dei diplomi, un attimo di commozione nel cantare insieme e il saluto dei docenti, che per 2 settimane ti hanno traghettato in questo sogno. Tulen kaipaamaan sinua...Suomi. (mi mancherai Finlandia). Questo l'ho imparato bene. Come anche la simpatica trasposizione del mio nome in Finlandese: Pauli Pyhäpuna.
Paolo Santarossa
Nella foto: Paolo, insegnante Anne, Letizia e Marius