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Mostra fotografica “Donne forti, luce tenue – un percorso nella storia del cinema finlandese”
Il 02/05/2017
All’interno del Nordic Film Fest, presso la Casa del Cinema di Roma (Villa Borghese, Largo Marcello Mastroianni) dal 4 al 7 maggio, è allestita una mostra fotografica sulla storia del cinema finlandese. La mostra continuerà anche dopo la rassegna fino al 23 maggio 2017.
Nel 2017 la Finlandia compie 100 anni e il suo cinema 110: il primo film finlandese, intitolato Salaviinanpolttajat (“I distillatori clandestini”), venne realizzato nel 1907. Un paese cinematograficamente poco noto agli spettatori italiani, almeno fino agli anni ‘80 e all’arrivo del regista Aki Kaurismäki, ebbe un’industria del cinema di notevole importanza fra gli anni ‘30 e ‘60. Questa industria, come in tanti paesi, fu ed è ancora oggi fortemente dominata dagli uomini.
La mostra fotografica Donne forti, luce tenue vuole puntare uno sguardo particolare sulla storia del cinema finlandese mettendo in evidenza l’importanza del ruolo delle donne sia come attrici ma anche come autrici, sceneggiatrici e ideatrici di film nei decenni dell’ industria cinematografica finlandese. Sono poche, se non pochissime, le donne che ebbero la possibilità di curare la regia di un lungometraggio: solo quattro fino all’anno 1962. Di più invece sono quelle che parteciparono alla scrittura di sceneggiature oppure alla creazione dei propri personaggi.
Quando si esamina la storia del cinema di un qualsiasi paese ponendo lo sguardo sulla questione femminile, emergono anche altre dinamiche della società che altrimenti rimarrebbero nascoste. Il percorso della mostra intende fare luce anche sui cambiamenti nei rapporti fra uomini e donne, fra le diverse classi sociali e fra le città e le aree rurali dagli anni ‘30 agli anni ‘60.
Fra le protagoniste della mostra in primis ricordiamo Mirjami Kuosmanen che insieme al marito regista Erik Blomberg realizzò uno dei maggiori successi internazionali della storia del cinema finlandese: Il bianco pastore di renne nel 1952. Kuosmanen ideò la storia, scrisse la sceneggiatura insieme a Blomberg e recitò il ruolo principale.
L’attrice Regina Linnanheimo e il regista Teuvo Tulio formarono una coppia di lavoro solido e insieme realizzarono più di 10 lungometraggi. Come Linnanheimo, anche Lea Joutseno, la comedienne moderna, flapper, per eccellenza degli anni ‘40, partecipò alla scrittura di sceneggiature di propri film. Ansa Ikonen, l’attrice più amata del cinema popolare finlandese, insieme all’attore Tauno Palo, ebbe anche la possibilità di mettersi dietro la cinepresa per la regia di un lungometraggio – che però rimase il suo unico.
Tante sono le attrici rimaste nella memoria collettiva per i ruoli che interpretarono sullo schermo. Per ricordare alcune: Irma Seikkula, Rakel Linnanheimo, Emma Väänänen, Kirsti Hurme, Rauni Luoma, Tuulikki Paananen e Siiri Angerkoski impersonavano delle donne forti, personaggi indimenticabili della storia del cinema finlandese.
Quando si parla del cinema finlandese non può mancare un’omaggio alla luce magica del Nord, spesso tenue ma comunque onnipresente. Le immagini della mostra guidano lo spettatore fra i paesaggi – anche mentali – del cinema finlandese. Le scene dei film testimoniano l’importanza della natura che spesso acquisisce un valore simbolico e che rispecchia i sentimenti e i destini dei personaggi.
Nel 2017 la Finlandia compie 100 anni e il suo cinema 110: il primo film finlandese, intitolato Salaviinanpolttajat (“I distillatori clandestini”), venne realizzato nel 1907. Un paese cinematograficamente poco noto agli spettatori italiani, almeno fino agli anni ‘80 e all’arrivo del regista Aki Kaurismäki, ebbe un’industria del cinema di notevole importanza fra gli anni ‘30 e ‘60. Questa industria, come in tanti paesi, fu ed è ancora oggi fortemente dominata dagli uomini.
La mostra fotografica Donne forti, luce tenue vuole puntare uno sguardo particolare sulla storia del cinema finlandese mettendo in evidenza l’importanza del ruolo delle donne sia come attrici ma anche come autrici, sceneggiatrici e ideatrici di film nei decenni dell’ industria cinematografica finlandese. Sono poche, se non pochissime, le donne che ebbero la possibilità di curare la regia di un lungometraggio: solo quattro fino all’anno 1962. Di più invece sono quelle che parteciparono alla scrittura di sceneggiature oppure alla creazione dei propri personaggi.
Quando si esamina la storia del cinema di un qualsiasi paese ponendo lo sguardo sulla questione femminile, emergono anche altre dinamiche della società che altrimenti rimarrebbero nascoste. Il percorso della mostra intende fare luce anche sui cambiamenti nei rapporti fra uomini e donne, fra le diverse classi sociali e fra le città e le aree rurali dagli anni ‘30 agli anni ‘60.
Fra le protagoniste della mostra in primis ricordiamo Mirjami Kuosmanen che insieme al marito regista Erik Blomberg realizzò uno dei maggiori successi internazionali della storia del cinema finlandese: Il bianco pastore di renne nel 1952. Kuosmanen ideò la storia, scrisse la sceneggiatura insieme a Blomberg e recitò il ruolo principale.
L’attrice Regina Linnanheimo e il regista Teuvo Tulio formarono una coppia di lavoro solido e insieme realizzarono più di 10 lungometraggi. Come Linnanheimo, anche Lea Joutseno, la comedienne moderna, flapper, per eccellenza degli anni ‘40, partecipò alla scrittura di sceneggiature di propri film. Ansa Ikonen, l’attrice più amata del cinema popolare finlandese, insieme all’attore Tauno Palo, ebbe anche la possibilità di mettersi dietro la cinepresa per la regia di un lungometraggio – che però rimase il suo unico.
Tante sono le attrici rimaste nella memoria collettiva per i ruoli che interpretarono sullo schermo. Per ricordare alcune: Irma Seikkula, Rakel Linnanheimo, Emma Väänänen, Kirsti Hurme, Rauni Luoma, Tuulikki Paananen e Siiri Angerkoski impersonavano delle donne forti, personaggi indimenticabili della storia del cinema finlandese.
Quando si parla del cinema finlandese non può mancare un’omaggio alla luce magica del Nord, spesso tenue ma comunque onnipresente. Le immagini della mostra guidano lo spettatore fra i paesaggi – anche mentali – del cinema finlandese. Le scene dei film testimoniano l’importanza della natura che spesso acquisisce un valore simbolico e che rispecchia i sentimenti e i destini dei personaggi.