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L’omaggio di Rosa Liksom ad Anton Čechov

Prima di leggere la postfazione di Delfina Sessa al romanzo Scompartimento n.6 di Rosa Liksom - di cui è anche la traduttrice - non mi ero resa conto che il titolo del libro fosse un omaggio ad Anton Čechov:



"È l’epoca che prelude alla dissoluzione dell’URSS. Il gigante sovietico è al collasso: si respira ancora il clima di stagnazione della fine dell’era brežneviana – un’epoca durante la quale il paese è definito mediante la metafora del manicomio ispirata alla novella di Čechov La corsia n.6, alla quale si ri­ferisce il titolo del racconto di Rosa Liksom".




Di Scompartomento n. 6 e di Rosa Liksom abbiamo già parlato in un post del 24 gennaio, quando l'editing del libro non era ancora terminato: il libro ora a disposizione nelle librerie, ha subito qualche piccola variazione rispetto al progetto originale. E' per questo che ripubblichiamo la quarta di copertina e naturalmente il link alla postfazione completa di Delfina Sessa.



Scompartimento n.6 dal sito di Iperborea



Un romanzo di atmosfera e bellezza, un'elegia all'Unione Sovietica e alla sua gente, a una terra in cui l'infelicità è percepita come felicità -

Helsingborg Dagblad



Mosca, anni ’80, sul leggendario treno della Transiberiana diretto a Ulan Bator, in Mongolia, due estranei si trovano a condividere lo stesso scompartimento: una timida e taciturna studentessa finlandese e un violento proletario russo dall’inesauribile sete di vodka. Nell’intimità forzata del piccolo spazio chiuso la tensione sale. Lui è uno sciovinista, misogino, antisemita, avvezzo al carcere e ai campi di correzione, ma con l’irriducibile passione per la vita di chi si aggrappa agli istinti bruti per non cedere al vuoto che lo circonda. Vede il fallimento del sogno sovietico, la deriva della grande madre Russia, ma non può che difenderla con la disperazione di un amore deluso. Lei è tormentata dai ricordi del suo ragazzo moscovita, uno studente che si è finto pazzo per non combattere in Afghanistan ed è impazzito nel manicomio dove l’hanno rinchiuso, lasciandola piena di domande senza risposta nella terra che l’ha sedotta. È l’anima di questa terra a pulsare nelle sconfinate distese che il treno attraversa, nei villaggi divorati dal degrado e dalla taiga innevata, nelle città chiuse dei deportati e degli scienziati, nel mosaico di identità e popoli di una Siberia in cui tutto è estremo. Con un realismo crudo che trasuda poesia, Rosa Liksom racconta l’incontro tra due destini, tra l’universo maschile e femminile, ma soprattutto il viaggio attraverso la fine di un impero che sembra sciogliersi in fanghiglia ai primi segni del disgelo, nel cuore di un popolo disilluso e fiero, rude e sentimentale, rassegnato e ribelle, che vive nella perenne nostalgia del passato e del futuro, nell’eterno sogno cechoviano “A Mosca! A Mosca!”.



Titolo originale: Hytti nro 6

Prima edizione: febbraio 2014

pp. 240

Traduzione di: Delfina Sessa

Con il contributo di: Cee - Programma Cultura

Prezzo di copertina: € 15,00



Dal sito di Rosa Liksom, presentazione in inglese di Compartment No.6