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Le costellazioni musicali di Kaija Saariaho
Il 10/07/2016
La musica di Kaija Saariaho è entrata stabilmente nel repertorio musicale delle grandi orchestre sinfoniche. E lo dimostrano alcune composizioni, come Orion (commissionato alla compositrice finlandese dalla Cleveland Orchestra nel 2002), che dalla loro prima esecuzione ad oggi sono state eseguite regolarmente nelle più importanti sale da concerto di tutto il modo. E Orion sarà eseguito per tre volte in Germania, in apertura della prossima stagione sinfonica, con Christoph Eschenbach sul podio della SWR Symphonieorchester, a Stoccarda, Berlino e Friburgo.
Quella di Kaija Saariaho è una musica piena di suggestioni e dalla forte carica comunicativa, senza per questo mancare di complessità nella scrittura e di ricercatezza nelle soluzioni armoniche e timbriche, tutte di chiara matrice spettrale. Ricordo anni fa un'amica musicista, refrattaria alla “musica contemporanea”, che mi raccontò di un’esperienza scioccante: aveva ascoltato alla radio un pezzo per orchestra intitolato Orion, di una "certa Saariaho", e le era piaciuto! L’aveva ascoltato dall’inizio alla fine senza spegnere l'apparecchio! Ed era così crollata la sua certezza che la musica contemporanea fosse tutta, inevitabilmente “brutta”.
Orion è sicuramente uno dei capolavori della Saariaho. Lo si può ascoltare in un bel cd Ondine (ODE11302), registrato alla Salle Pleyel di Parigi, nel marzo del 2008, nel concerto di apertura del festival "100% Finlande". In questa registrazione lo dirige lo stesso Eschenbach, che mette in risalto la ricca pasta orchestrale, il raffinato gioco di masse sonore, così dense (anche per la fitta scrittura degli ottoni) ma capaci di conservare una dimensione fluida e iridescente.
Fa emergere il carattere sospeso, magico del primo movimento (Memento mori ), pagina dall’incedere lento ma che sfocia in un impressionante addensamento di tutta l'orchestra; la texture diafana del secondo (Winter Sky), un caleidoscopico gioco di onde che disegnano uno spazio siderale, punteggiato da interventi solistici (l’ottavino, il violino, le linee orientaleggianti del clarinetto); il carattere tempestoso del terzo (Hunter), concepito come un moto perpetuo, attraversato da lampi improvvisi, con un’accelerazione irrefrenabile che alla fine, improvvisamente, svapora sul suono di un triangolo.
Il cd contiene altri due lavori celebri della Saariaho, Notes on Light e Mirage. Il primo è un concerto per violoncello e orchestra, composto nel 2006, ispirato a The Waste Land (La terra desolata) di T. S. Eliot, caratterizzato da una scrittura orchestrale più trasparente rispetto a Orion. Eschenbach ne coglie il carattere misterioso, rapsodico, contemplativo, che emerge dalle superfici fluide e traslucide che contrappuntano il solista. Solo il secondo dei cinque movimenti (On fire) è una pagina energetica, dominata da cascate di suoni scintillanti e da disegni percussivi. Anssi Karttunen mostra una straordinaria sintonia con questa musica, col flessuoso melodizzare del violoncello che nelle intenzioni della compositrice rappresenta una vera «fonte di luce».
A Karttunen si aggiunge un’altra grande star della musica finlandese (e altra vecchia amica della Saariaho) nell’esecuzione di Mirage: il soprano Karita Mattila. Concepito come prosecuzione di Quatre Instants (ciclo vocale di grande successo, composto nel 2002, sempre per Karita Mattila), commissionato dall’Orchestre de Paris, BBC Symphony Orchestra e Deutsches Symphonie-Orchester Berlin, Mirage mette in musica un breve testo della poetessa e sciamana messicana María Sabina (1896-1985). È una musica ipnotica e incantatoria, nella quale la voce intensa della Mattila, e la varietà di colori della sua emissione, dà corpo alla dimensione dell’estasi evocata dalle espressioni oracolari del testo («Io sono una donna che vola»), accompagnata dagli arabeschi del violoncello, come un’eco che si riverbera intorno alla linea vocale.
Kaija Saariaho
Notes On Light, Orion & Mirage
Karita Mattila (soprano)
Anssi Karttunen (cello)
Orchestre de Paris, diretta da Christoph Eschenbach
Cd Ondine ODE11302
Quella di Kaija Saariaho è una musica piena di suggestioni e dalla forte carica comunicativa, senza per questo mancare di complessità nella scrittura e di ricercatezza nelle soluzioni armoniche e timbriche, tutte di chiara matrice spettrale. Ricordo anni fa un'amica musicista, refrattaria alla “musica contemporanea”, che mi raccontò di un’esperienza scioccante: aveva ascoltato alla radio un pezzo per orchestra intitolato Orion, di una "certa Saariaho", e le era piaciuto! L’aveva ascoltato dall’inizio alla fine senza spegnere l'apparecchio! Ed era così crollata la sua certezza che la musica contemporanea fosse tutta, inevitabilmente “brutta”.
Orion è sicuramente uno dei capolavori della Saariaho. Lo si può ascoltare in un bel cd Ondine (ODE11302), registrato alla Salle Pleyel di Parigi, nel marzo del 2008, nel concerto di apertura del festival "100% Finlande". In questa registrazione lo dirige lo stesso Eschenbach, che mette in risalto la ricca pasta orchestrale, il raffinato gioco di masse sonore, così dense (anche per la fitta scrittura degli ottoni) ma capaci di conservare una dimensione fluida e iridescente.
Fa emergere il carattere sospeso, magico del primo movimento (Memento mori ), pagina dall’incedere lento ma che sfocia in un impressionante addensamento di tutta l'orchestra; la texture diafana del secondo (Winter Sky), un caleidoscopico gioco di onde che disegnano uno spazio siderale, punteggiato da interventi solistici (l’ottavino, il violino, le linee orientaleggianti del clarinetto); il carattere tempestoso del terzo (Hunter), concepito come un moto perpetuo, attraversato da lampi improvvisi, con un’accelerazione irrefrenabile che alla fine, improvvisamente, svapora sul suono di un triangolo.
Il cd contiene altri due lavori celebri della Saariaho, Notes on Light e Mirage. Il primo è un concerto per violoncello e orchestra, composto nel 2006, ispirato a The Waste Land (La terra desolata) di T. S. Eliot, caratterizzato da una scrittura orchestrale più trasparente rispetto a Orion. Eschenbach ne coglie il carattere misterioso, rapsodico, contemplativo, che emerge dalle superfici fluide e traslucide che contrappuntano il solista. Solo il secondo dei cinque movimenti (On fire) è una pagina energetica, dominata da cascate di suoni scintillanti e da disegni percussivi. Anssi Karttunen mostra una straordinaria sintonia con questa musica, col flessuoso melodizzare del violoncello che nelle intenzioni della compositrice rappresenta una vera «fonte di luce».
A Karttunen si aggiunge un’altra grande star della musica finlandese (e altra vecchia amica della Saariaho) nell’esecuzione di Mirage: il soprano Karita Mattila. Concepito come prosecuzione di Quatre Instants (ciclo vocale di grande successo, composto nel 2002, sempre per Karita Mattila), commissionato dall’Orchestre de Paris, BBC Symphony Orchestra e Deutsches Symphonie-Orchester Berlin, Mirage mette in musica un breve testo della poetessa e sciamana messicana María Sabina (1896-1985). È una musica ipnotica e incantatoria, nella quale la voce intensa della Mattila, e la varietà di colori della sua emissione, dà corpo alla dimensione dell’estasi evocata dalle espressioni oracolari del testo («Io sono una donna che vola»), accompagnata dagli arabeschi del violoncello, come un’eco che si riverbera intorno alla linea vocale.
Kaija Saariaho
Notes On Light, Orion & Mirage
Karita Mattila (soprano)
Anssi Karttunen (cello)
Orchestre de Paris, diretta da Christoph Eschenbach
Cd Ondine ODE11302