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Apre oggi 28 marzo alle 18 la personale dell'artista finlandese Kaarina Kaikkonen alla z2o Sara Zanin Gallery di Roma. L'artista, nota in tutto il mondo, è di casa in Italia dove ha esposto al Maxxi e al Pastificio Cerere di Roma e alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia, solo per citare le recenti grandi installazioni create con indumenti usati.
Come spiega lei stessa, l’indumento conserva i segreti che le persone si portano dentro, farne materia prima per le opere è un modo per coinvolgere segmenti di vita dei singoli individui nella propria arte, sublimandola in corale ed universale. Camicie, scarpe, giacche e posate, come monumenti di esistenze passate, divengono depositari di valori storici, sociali, etici e politici in dialogo con il luogo nel quale si trovano a rivivere. All’apparenza fragile e lieve, come può esserlo solo un pezzo di stoffa lasciato libero al vento, l’opera di Kaarina Kaikkonen è invece appesantita, irrigidita e inamidata conquistandosi, nel tempo e nello spazio, una propria valenza di monumento persistente e tenace.
Lo sconfinamento della scultura nell’installazione e, sua volta, nello spazio architettonico o nella natura, è l’esito del legame profondo che viene a costituirsi tra l’arte, la vita, la geografia e la storia, in un sodalizio non solo estetico ma etico.
Il grande potere di immediatezza delle opere di Kaarina Kaikkonen risiede proprio nel loro valore antropologico, ovvero di saper raccontare una storia, di lasciarsi leggere senza l’aiuto di una didascalia, poiché i paesaggi e le geografie composte dall’artista non sono altro che paesaggi di persone con le loro geografie interiori.
La mostra ha il Patrocinio dell'Ambasciata di Finlandia a Roma.
Kaarina Kaikkonen espone per la sua terza personale alla z2o Sara Zanin Gallery | Roma, 28.3 – 16.5
Il 28/03/2015
Apre oggi 28 marzo alle 18 la personale dell'artista finlandese Kaarina Kaikkonen alla z2o Sara Zanin Gallery di Roma. L'artista, nota in tutto il mondo, è di casa in Italia dove ha esposto al Maxxi e al Pastificio Cerere di Roma e alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia, solo per citare le recenti grandi installazioni create con indumenti usati.
Come spiega lei stessa, l’indumento conserva i segreti che le persone si portano dentro, farne materia prima per le opere è un modo per coinvolgere segmenti di vita dei singoli individui nella propria arte, sublimandola in corale ed universale. Camicie, scarpe, giacche e posate, come monumenti di esistenze passate, divengono depositari di valori storici, sociali, etici e politici in dialogo con il luogo nel quale si trovano a rivivere. All’apparenza fragile e lieve, come può esserlo solo un pezzo di stoffa lasciato libero al vento, l’opera di Kaarina Kaikkonen è invece appesantita, irrigidita e inamidata conquistandosi, nel tempo e nello spazio, una propria valenza di monumento persistente e tenace.
Lo sconfinamento della scultura nell’installazione e, sua volta, nello spazio architettonico o nella natura, è l’esito del legame profondo che viene a costituirsi tra l’arte, la vita, la geografia e la storia, in un sodalizio non solo estetico ma etico.
Il grande potere di immediatezza delle opere di Kaarina Kaikkonen risiede proprio nel loro valore antropologico, ovvero di saper raccontare una storia, di lasciarsi leggere senza l’aiuto di una didascalia, poiché i paesaggi e le geografie composte dall’artista non sono altro che paesaggi di persone con le loro geografie interiori.
La mostra ha il Patrocinio dell'Ambasciata di Finlandia a Roma.