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Il centenario di Ahti Sonninen
Il 18/12/2014
Si chiude il 2014, ma pochi si sono ricordati del centenario della nascita (e trentennale della morte) di Ahti Sonninen, compositore finlandese nato a Kuopio nel 1914 e morto a Helsinki nel 1984. Influenzato dalla musica di Uuno Klami e da modelli neoclassici, è in realtà stato un compositore originale e molto versatile, capace di sperimentare stili diversi, passando con disinvoltura dalla tonalità alla dodecafonia, di imprimere alla sua musica caratteri caustici o al contrario intimamente religiosi, di scrivere musiche didattiche e colonne sonore, di attingere al patrimonio della musica popolare finlandese, ma anche di ricorrere alle tecniche più sofisticate del contrappunto. Tratti apertamente romantici emergono in molti lavori degli anni Quaranta, ad esempio nel Concerto per violino (1943) e nel Concerto per pianoforte (1945). Elementi stravinskijani si colgono invece nelle suites per orchestra Sinfonisia tuokioita (1947) e Seitsemän veljestä (1948), e poi ancora nella suite per pianoforte Suurkaupungissa (1954) e nel ciclo vocale El amor pasa (1953), dalle tinte iberiche. Un gusto decisamente coloristico si afferma poi nei lavori orchestrali degli anni Cinquanta, come Alla Lapin taivaan (1954) e Rapsodia (1958), mentre i cicli vocali, come Taivahan takoja (1957), testimoniano il grande interesse di Sonninen per la mitologia del Kalevala. In uno dei suoi ultimi capolavori, Suomalainen messiadi (1972), per soli coro, coro di voci bianche e orchestra, il compositore finlandese mescola antiche tradizioni popolari con elementi biblici, in uno stile austero, ma capace di sfruttare tecniche musicali diverse, dalle monodie arcaiche alle fughe dodecafoniche. Sonninen è celebre anche per alcune opere, come Karhunpeijaiset (1968) e Haavruuva (1971), per l'opera radiofonica Merenkuninkaan tytär (1949), e per il balletto Pessi ja Illusia (1952), basato su una storia di Yrjö Kokko, divenuto così popolare da essere rappresentato più di 150 volte in Finlandia e anche a Stoccolma.