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Guggenheim Helsinki. Svelati i sei finalisti_Helsinki dicembre 2014
Il 24/12/2014
Il concorso per il Museo Guggenheim di Helsinki si avvia alla fase conclusiva, dopo la rivelazione dei sei progetti finalisti. A sorpresa, non ci sono studi finlandesi né scandinavi: AGPS Architecture Ltd. (Zurich-Los Angeles), Asif Khan Ltd. (London), Fake Industries Architectural Agonism (New York-Barcelona-Sydney), Haas Cook Zemmrich STUDIO2050 (Stuttgart), Moreau Kusunoki Architect (Paris), SMAR Architecture Studio (Madrid and Western Australia).
Dopo le spettacolari presentazioni di giugno – a Helsinki e a Venezia, in occasione della vernice della Biennale di Architettura, Guggenheim Helsinki continua ad essere un grande evento mediatico. Gli organizzatori sono stati sorpresi dal numero inedito di proposte pervenute: ben 1715 da 77 Paesi (l’Italia tra i sei con il numero più alto di partecipanti), un vero record! I progetti sono stati esposti in una galleria digitale sul sito dedicato al concorso, con tanto di guida alla lettura attraverso parole chiave e la possibilità per i visitatori di creare la propria selezione (www.designguggenheimhelsinki.org).
“Siamo entusiasti di poter spalancare le porte di questa galleria digitale e condividere i risultati della prima fase del concorso con la Finlandia e con tutto il mondo”, ha dichiarato il 22 ottobre Richard Armstrong, direttore del Solomon R. Guggenheim and Foundation. La valanga di proposte non è stata giudicata di livello adeguato da molti critici, ma dobbiamo considerare la difficoltà di navigare in tanta quantità di immagini. Contemporaneamente, crescevano le perplessità su ‘Guggenheim Helsinki’ suscitando un acceso dibattito in Finlandia tra gli esperti e tra i cittadini. La motivazione centrale era la perplessità per un’operazione mediatica e commerciale di cui la città di Helsinki, con la sua qualificata rete di musei e spazi per la cultura, non ha bisogno. E’ nato cosi ‘The Next Helsinki’, un movimento che ha aggregato architetti e critici finlandesi e americani al fine di stimolare riflessioni di più ampio respiro sulla città e sul suo futuro e promuovere un contro-concorso aperto a tutti: ‘architetti, urbanisti, paesaggisti, artisti, ambientalisti, studenti, attivisti, poeti, politici, e tutti coloro che amano la città’ (www.nexthelsinki.org).
A dicembre, la giuria presieduta da Mark Wigley (Mikko Aho, Jeanne Gang, Juan Herreros, Anssi Lassila, Erkki Leppävuori, Rainer Mahlamäki, Nancy Spector, Helena Säteri, Yoshiharu Tsukamoto, Ritva Viljanen) ha svelato i sei progetti finalisti, che rappresentano “una rosa ampia di scenari …, da quanti propongono schemi più sperimentali in sintonia con il programma e la cui forma esteriore emergerà solo nella seconda fase, a quelli più risolti nell’immagine ma immaturi nel concept”. Secondo Wigley, “ognuno in modo diverso propone una concezione originale di spazio pubblico e risponde alla sfida di sviluppare modelli senza precedenti di programmi museali. Alcuni riusano con audacia il Terminal passeggeri esistente o richiamano un aspetto della memoria culturale di Helsinki. Alcuni propongono miscele impreviste di spazio civico e spazio museale, o accostano arditamente spazi espositivi più tradizionali con idee visionarie. Tutti i selezionati rappresentano un convincente primo passo verso la soluzione cercata e siamo impazienti di vedere come sono più pienamente esplorate nella prossima fase del concorso".
Chi sono i sei finalisti? Come abbiamo anticipato in apertura, non troviamo finlandesi né scandinavi. Il profilo dei concorrenti ammessi alla seconda fase è internazionale. Sono studi per la maggior parte molto giovani e con esperienza internazionale.
A gennaio si incontreranno a Helsinki per un confronto con gli organizzatori e un nuovo dialogo ravvicinato con l’area di concorso e la città.
Cultfinlandia ne seguirà da vicino gli sviluppi, mentre proporremo alcune interviste per ascoltare le ragioni a favore e quelle contrarie a Guggenheim Helsinki.
Dopo le spettacolari presentazioni di giugno – a Helsinki e a Venezia, in occasione della vernice della Biennale di Architettura, Guggenheim Helsinki continua ad essere un grande evento mediatico. Gli organizzatori sono stati sorpresi dal numero inedito di proposte pervenute: ben 1715 da 77 Paesi (l’Italia tra i sei con il numero più alto di partecipanti), un vero record! I progetti sono stati esposti in una galleria digitale sul sito dedicato al concorso, con tanto di guida alla lettura attraverso parole chiave e la possibilità per i visitatori di creare la propria selezione (www.designguggenheimhelsinki.org).
“Siamo entusiasti di poter spalancare le porte di questa galleria digitale e condividere i risultati della prima fase del concorso con la Finlandia e con tutto il mondo”, ha dichiarato il 22 ottobre Richard Armstrong, direttore del Solomon R. Guggenheim and Foundation. La valanga di proposte non è stata giudicata di livello adeguato da molti critici, ma dobbiamo considerare la difficoltà di navigare in tanta quantità di immagini. Contemporaneamente, crescevano le perplessità su ‘Guggenheim Helsinki’ suscitando un acceso dibattito in Finlandia tra gli esperti e tra i cittadini. La motivazione centrale era la perplessità per un’operazione mediatica e commerciale di cui la città di Helsinki, con la sua qualificata rete di musei e spazi per la cultura, non ha bisogno. E’ nato cosi ‘The Next Helsinki’, un movimento che ha aggregato architetti e critici finlandesi e americani al fine di stimolare riflessioni di più ampio respiro sulla città e sul suo futuro e promuovere un contro-concorso aperto a tutti: ‘architetti, urbanisti, paesaggisti, artisti, ambientalisti, studenti, attivisti, poeti, politici, e tutti coloro che amano la città’ (www.nexthelsinki.org).
A dicembre, la giuria presieduta da Mark Wigley (Mikko Aho, Jeanne Gang, Juan Herreros, Anssi Lassila, Erkki Leppävuori, Rainer Mahlamäki, Nancy Spector, Helena Säteri, Yoshiharu Tsukamoto, Ritva Viljanen) ha svelato i sei progetti finalisti, che rappresentano “una rosa ampia di scenari …, da quanti propongono schemi più sperimentali in sintonia con il programma e la cui forma esteriore emergerà solo nella seconda fase, a quelli più risolti nell’immagine ma immaturi nel concept”. Secondo Wigley, “ognuno in modo diverso propone una concezione originale di spazio pubblico e risponde alla sfida di sviluppare modelli senza precedenti di programmi museali. Alcuni riusano con audacia il Terminal passeggeri esistente o richiamano un aspetto della memoria culturale di Helsinki. Alcuni propongono miscele impreviste di spazio civico e spazio museale, o accostano arditamente spazi espositivi più tradizionali con idee visionarie. Tutti i selezionati rappresentano un convincente primo passo verso la soluzione cercata e siamo impazienti di vedere come sono più pienamente esplorate nella prossima fase del concorso".
Chi sono i sei finalisti? Come abbiamo anticipato in apertura, non troviamo finlandesi né scandinavi. Il profilo dei concorrenti ammessi alla seconda fase è internazionale. Sono studi per la maggior parte molto giovani e con esperienza internazionale.
A gennaio si incontreranno a Helsinki per un confronto con gli organizzatori e un nuovo dialogo ravvicinato con l’area di concorso e la città.
Cultfinlandia ne seguirà da vicino gli sviluppi, mentre proporremo alcune interviste per ascoltare le ragioni a favore e quelle contrarie a Guggenheim Helsinki.