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Finlandia, il reddito medio aumenta. In Italia troppe tasse
Il 18/03/2015
In 10 anni il reddito medio degli italiani è aumentato del 28,5%, passando da 23.113 euro a 29.704 euro. Ma dei 6.590 euro in più che i lavoratori hanno percepito, oltre la metà è stato “mangiato” dalle tasse (3.869 euro).
È quanto emerge dalla tabelle dell’Ocse, elaborate dall’Adnkronos, sul reddito medio degli italiani e il prelievo fiscale, nel periodo 2003-2013. Dopo il passaggio dell’erario nelle tasche dei lavoratori del Belpaese restavano 16.618 euro nel 2003, mentre 10 anni dopo si arriva a 20.487 euro. La parte di reddito finita in tasse è passata dal 28% del reddito al 31%, con un incremento di 3 punti. Il confronto con altri 13 paesi che aderiscono all’euro zona dimostra che il reddito lordo, in alcuni casi, nel decennio è più che raddoppiato; si tratta della Slovacchia e della Slovenia dove l’aumento è stato rispettivamente del 74,6% e del 51,2%.
Occorre però ricordare che in queste nazioni si partiva da redditi molto bassi (5.736 euro e 11.644 euro) che, nel 2013, sono arrivati a 10.016 euro in Slovacchia e 17.610 euro in Slovenia. Il peso delle tasse è salito dal 20,6% al 22,8% nel primo caso ed è sceso dal 35,5% al 33,1% nel secondo caso. Non mancano casi di nazioni dove il reddito di partenza era già alto e si registrano comunque un incremento notevole: in Finlandia l’aumento del 43,4% ha portato i guadagni dei cittadini da 29.624 euro a 42.493 euro. Il peso delle tasse si è invece ridotto passando dal 31,5% del reddito al 30,2%. Mentre fanalino di coda è la Grecia: con una crescita del 6,5% i redditi passando da 19.339 euro a 20.604 euro lordi. Il peso delle tasse è aumentato di 2,4 punti (dal 23,1% al 25,5%), quindi a conti fatti in 10 anni i greci hanno aumentato le entrate solo di 466 euro.
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È quanto emerge dalla tabelle dell’Ocse, elaborate dall’Adnkronos, sul reddito medio degli italiani e il prelievo fiscale, nel periodo 2003-2013. Dopo il passaggio dell’erario nelle tasche dei lavoratori del Belpaese restavano 16.618 euro nel 2003, mentre 10 anni dopo si arriva a 20.487 euro. La parte di reddito finita in tasse è passata dal 28% del reddito al 31%, con un incremento di 3 punti. Il confronto con altri 13 paesi che aderiscono all’euro zona dimostra che il reddito lordo, in alcuni casi, nel decennio è più che raddoppiato; si tratta della Slovacchia e della Slovenia dove l’aumento è stato rispettivamente del 74,6% e del 51,2%.
Occorre però ricordare che in queste nazioni si partiva da redditi molto bassi (5.736 euro e 11.644 euro) che, nel 2013, sono arrivati a 10.016 euro in Slovacchia e 17.610 euro in Slovenia. Il peso delle tasse è salito dal 20,6% al 22,8% nel primo caso ed è sceso dal 35,5% al 33,1% nel secondo caso. Non mancano casi di nazioni dove il reddito di partenza era già alto e si registrano comunque un incremento notevole: in Finlandia l’aumento del 43,4% ha portato i guadagni dei cittadini da 29.624 euro a 42.493 euro. Il peso delle tasse si è invece ridotto passando dal 31,5% del reddito al 30,2%. Mentre fanalino di coda è la Grecia: con una crescita del 6,5% i redditi passando da 19.339 euro a 20.604 euro lordi. Il peso delle tasse è aumentato di 2,4 punti (dal 23,1% al 25,5%), quindi a conti fatti in 10 anni i greci hanno aumentato le entrate solo di 466 euro.
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