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Crisi Finlandia, la strada delle riforme per far ripartire il paese

Oggi prendiamo in esame un articolo pubblicato da "fondionline.it" che analizza la situazione economica della Finlandia dopo le ultime vicende che hanno portato alla perdita della tripla A. Dopo l'accelerazione economica di inizio millennio grazie alla Nokia e al comparto del settore tecnologico (con tassi di crescita che hanno raggiunto la media del 4% annuo), il paese scandinavo ha subito una brusca frenata.

La crisi finanziaria del 2008 ha provocato una marcia indietro del Prodotto interno lordo di oltre 8 punti, coincisa con il declino della Nokia. Durante il biennio 2010-2011 c'è stato un moderato recupero ma non è bastato a fermare le preoccupazioni legate all'aumento del debito pubblico, raddoppiato nell’ultimo decennio, ed ora a ridosso del 60% del Pil (margine stabilito dall’UE). Il governo ha accettato le misure di austerità imposte da Berlino "ma ora deve fare i conti con un ratio deficit/Pil che potrebbe passare dal 2,7% al 3,4%, superando i limiti di sostenibilità finanziaria fissati dall’UE". L'analisi sottolinea gli aspetti negativi: caduta degli investimenti (-5,1% nel 2014) e calo della domanda domestica (-0,2% nell’ultimo anno). La Finlandia ha così perso in competitività, circa il 10% rispetto a Svezia e Germania. Lo scorso anno la produzione dell’industria tecnologica finlandese è caduta del 4,6% rispetto al 2013, il quinto risultato negativo consecutivo. Si è trattato del quinto anno consecutivo in negativo per il settore.







LA NOKIA - Il crollo dell'azienda più importante del paese ha fatto perdere 5.000 addetti nell’industria tecnologica, dati negativi che fanno il pari con quelli della produzione nel settore della carta e del cartone. Il trend ha portato alla conversione di quest'ultime industrie nella produzione di bio-energia.





LA RUSSIA - Un altro fattore di condizionamento per la Finlandia è rappresentato dalla situazione della Russia. Se le cose a Mosca non miglioreranno, "la pressione al ribasso sul Pil finlandese si manterrà tra lo 0,5% e l’1%". I vicini di casa dei finlandesi, con la loro economia, rappresentano il 10% del commercio estero e il 50% del turismo straniero.





LE RIFORME - Dopo la decisione di Standard and Poor’s, di portare il rating da tripla A ad AA+, dall'inizio dell'ottobre scorso in Finlandia si è cominciato a parlare di riforme. Necessarie secondo la maggior parte degli esperti e vincolate al progressivo invecchiamento della popolazione. La coalizione di governo "ha adottato un piano di riequilibrio che dovrebbe essere portato a termine nel 2018 ed equivale al 2,8% del Pil (6.400 mln di euro)". Una delle riforme più significative è stata quella dell'allungamento dell'età pensionabile.