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Bello spaccato, in questo cd, della musica di Kajia Saariaho e del suo uso della voce, grazie anche alle doti espressive e drammatiche del soprano francese Karen Vourc'h. Bravissima in Quatre Instants (Attente, Douleur, Parfum de l'instant, Résonances), lavoro del 2003 che la Vourc'h aveva già interpretato nel settembre del 2011 con l'Orchestra della Radio Finlandese diretta da Sakari Oramo, chiamata in extremis a sostituire un'indisposta Karita Mattila. Le telefonarono alle sette del mattino, il giorno dopo il suo matrimonio. Lei accettò, prese il primo volo da Parigi a Helsinki, e cantò la sera indossando il suo abito nuziale (video).
In questo pezzo la linea vocale si intreccia strettamente con la superficie scintillante dell'orchestra, creano una filigrana variopinta, molto raveliana, piena di trascoloramenti timbrici di straordinaria seduzione.
Quatre Instants si basano su testi del poeta libanese Amin Maalouf, che è stato anche il librettista della terza opera della Saariaho, Émilie. Questo monodramma, scritto per Karita Mattila che lo tenne a battesimo all'Opéra di Lione nel 2010, racconta di Émilie du Châtelet, una delle figure più affascinanti del secolo dei Lumi, riscoperta in Francia nel 2007, attraverso un telefilm intitolato Divine Émilie (con Léa Drucker). Nata nel 1706, Émilie si dedicò a studi letterari e scientifici, all'epoca riservati per lo più ai figli maschi, a 19 anni sposò il marchese du Châtelet dal quale ebbe tre figli, poi ebbe una relazione il marchese di Guébriant, con il duca di Richelieu, e quindi con Voltaire, al quale rimase legata per 13 anni, in un profondo sodalizio culturale e sentimentale.
A quarant'anni si innamorò del giovane poeta Saint Lambert, e affrontò una gravidanza che le fu fatale. Quando morì, nel 1749, Voltaire scrisse «je n'ai pas perdu une maîtresse mais la moitié de moi-même», ricordando la personalità unica di questa scienziata, colta, poliglotta, appassionata di musica e di teatro, che tradusse in francese le opere di Newton e di Leibniz. È sugli ultimi istanti della sua vita che si concentra l'opera della Saariaho, in una notte inquieta, nella quale si mescolavano cupi presentimenti, il ricordo di Voltaire, la passione per la scienza, angosce, dubbi, interrogativi. Opera che ha avuto grande successo e numerose riprese, come quella del 2014 al Landestheater di Salisburgo, con la regia di Agnessa Nefjodov, la direzione musicale di Leo Hussain, e il soprano Allison Cook come solista (video).
Da quest'opera la Saariaho ha ricavato una Suite, incisa in questo cd: eliminando tutte le parti elettroniche, e cucendo insieme tre momenti vocali salienti, collegati da due interludi orchestrali, ha creato una partitura caleidoscopica, fatta di grandi fasce armoniche traslucide, con le screziature "settecentesche" del clavicembalo, le improvvise pulsazioni ritmiche che sembrano seguire il flusso dei pensieri, i suoni argentini che evocano lo scintillio del fuoco. Elementi messi in bel risalto dalla direzione di Marko Letonja, sul podio dell'Orchestra di Strasburgo, che coglie anche assai bene gli elementi ariosi e l'eloquio quasi parlato del terzo pezzo inciso in questo cd, Terra Memoria (2009) per orchestra d'archi.
Kaija Saariaho
Quatre Instants (20:11)
Terra Memoria (17:49)
Émilie Suite (32:46)
soprano Karen Vourc'h
Orchestre Philharmonique de Strasbourg
Direttore Marko Letonja
Cd Ondine ODE 1255-2
La voce di Kaija Saariaho – Cd Ondine ODE 1255-2
Il 21/02/2016
Bello spaccato, in questo cd, della musica di Kajia Saariaho e del suo uso della voce, grazie anche alle doti espressive e drammatiche del soprano francese Karen Vourc'h. Bravissima in Quatre Instants (Attente, Douleur, Parfum de l'instant, Résonances), lavoro del 2003 che la Vourc'h aveva già interpretato nel settembre del 2011 con l'Orchestra della Radio Finlandese diretta da Sakari Oramo, chiamata in extremis a sostituire un'indisposta Karita Mattila. Le telefonarono alle sette del mattino, il giorno dopo il suo matrimonio. Lei accettò, prese il primo volo da Parigi a Helsinki, e cantò la sera indossando il suo abito nuziale (video).
In questo pezzo la linea vocale si intreccia strettamente con la superficie scintillante dell'orchestra, creano una filigrana variopinta, molto raveliana, piena di trascoloramenti timbrici di straordinaria seduzione.
Quatre Instants si basano su testi del poeta libanese Amin Maalouf, che è stato anche il librettista della terza opera della Saariaho, Émilie. Questo monodramma, scritto per Karita Mattila che lo tenne a battesimo all'Opéra di Lione nel 2010, racconta di Émilie du Châtelet, una delle figure più affascinanti del secolo dei Lumi, riscoperta in Francia nel 2007, attraverso un telefilm intitolato Divine Émilie (con Léa Drucker). Nata nel 1706, Émilie si dedicò a studi letterari e scientifici, all'epoca riservati per lo più ai figli maschi, a 19 anni sposò il marchese du Châtelet dal quale ebbe tre figli, poi ebbe una relazione il marchese di Guébriant, con il duca di Richelieu, e quindi con Voltaire, al quale rimase legata per 13 anni, in un profondo sodalizio culturale e sentimentale.
A quarant'anni si innamorò del giovane poeta Saint Lambert, e affrontò una gravidanza che le fu fatale. Quando morì, nel 1749, Voltaire scrisse «je n'ai pas perdu une maîtresse mais la moitié de moi-même», ricordando la personalità unica di questa scienziata, colta, poliglotta, appassionata di musica e di teatro, che tradusse in francese le opere di Newton e di Leibniz. È sugli ultimi istanti della sua vita che si concentra l'opera della Saariaho, in una notte inquieta, nella quale si mescolavano cupi presentimenti, il ricordo di Voltaire, la passione per la scienza, angosce, dubbi, interrogativi. Opera che ha avuto grande successo e numerose riprese, come quella del 2014 al Landestheater di Salisburgo, con la regia di Agnessa Nefjodov, la direzione musicale di Leo Hussain, e il soprano Allison Cook come solista (video).
Da quest'opera la Saariaho ha ricavato una Suite, incisa in questo cd: eliminando tutte le parti elettroniche, e cucendo insieme tre momenti vocali salienti, collegati da due interludi orchestrali, ha creato una partitura caleidoscopica, fatta di grandi fasce armoniche traslucide, con le screziature "settecentesche" del clavicembalo, le improvvise pulsazioni ritmiche che sembrano seguire il flusso dei pensieri, i suoni argentini che evocano lo scintillio del fuoco. Elementi messi in bel risalto dalla direzione di Marko Letonja, sul podio dell'Orchestra di Strasburgo, che coglie anche assai bene gli elementi ariosi e l'eloquio quasi parlato del terzo pezzo inciso in questo cd, Terra Memoria (2009) per orchestra d'archi.
Kaija Saariaho
Quatre Instants (20:11)
Terra Memoria (17:49)
Émilie Suite (32:46)
soprano Karen Vourc'h
Orchestre Philharmonique de Strasbourg
Direttore Marko Letonja
Cd Ondine ODE 1255-2