« Indietro
Tra i tanti anniversari musicali del 2014 non vanno dimenticate le 60 candeline per Tapio Nevanlinna, compositore rigoroso e originale, non prolifico, spesso defilato nella scena musicale finlandese. Violista di formazione, ha studiato composizione all'Accademia Sibelius nella classe di Paavo Heininen, diplomandosi nel 1986. Partito da posizioni post-seriali, e legato alla tradizione modernista finlandese, ha poi sviluppato un linguaggio legato a un'idea di musica "pura" oggettiva, assoluta, influenzata dal suo interesse per le scienze, sempre lontana dalle mode a dagli approcci neoromantici. La sua musica, sperimentale, speculativa, antinarrativa, è un'esibizione di chiarezza, di solidità formale, ma è anche carica di tensioni, di sfumature, di colori, quasi di profumi. Quindi con un lato sensuale e una forte carica evocativa. Nevanlinna non usa masse monolitiche, materiali pesanti, ma predilige i processi musicali dalle colorazioni tenui, ad acquarello. Crea textures trascoloranti, statiche ma non ripetitive, giocate su figure presentate sotto una luce sempre diversa. Ricorre a strumenti particolari come la chitarra (in Scena, e Hitaita rakeita), il kantele (in Foto 2, Hypatian ripset, Soimisesta per kantele solista), i campanelli cinesi (in Kiinankannel) la fisarmonica, impiegata in diverse composizioni cameristiche (Duetto, Foto, Spin, Clip, Lasileikkaus) e orchestrali (Vignettes, Lasikirja). Gioca su ritmi flessibili, su trame polifoniche latenti tenute insieme da una linea portante (definita «intermelodia»), sui meccanismi della percezione (ad esempio sulla distanza di un oggetto sonoro, in Zoom per pianoforte e archi), su trame strumentali insieme fragili e virtuosistiche (in Lasikaktus - cactus di vetro - per pianoforte), sulla progressiva diluizione di materiali densi, attraverso un sottile gioco di variazioni (in Keltaisena hehkuu auringon multa - bagliori gialli delle macchie solari - per nastro magnetico). Come professore all'Accademia Sibelius, ha avuto tra i suoi allievi alcuni dei più brillanti compositori della nuova generazione finlandese: tra questi Olli Virtaperko (1973), Sampo Haapamäki (1979), Sauli Zinovjev (1988).
La musica pura e sensuale di Tapio Nevanlinna
Il 19/12/2014
Tra i tanti anniversari musicali del 2014 non vanno dimenticate le 60 candeline per Tapio Nevanlinna, compositore rigoroso e originale, non prolifico, spesso defilato nella scena musicale finlandese. Violista di formazione, ha studiato composizione all'Accademia Sibelius nella classe di Paavo Heininen, diplomandosi nel 1986. Partito da posizioni post-seriali, e legato alla tradizione modernista finlandese, ha poi sviluppato un linguaggio legato a un'idea di musica "pura" oggettiva, assoluta, influenzata dal suo interesse per le scienze, sempre lontana dalle mode a dagli approcci neoromantici. La sua musica, sperimentale, speculativa, antinarrativa, è un'esibizione di chiarezza, di solidità formale, ma è anche carica di tensioni, di sfumature, di colori, quasi di profumi. Quindi con un lato sensuale e una forte carica evocativa. Nevanlinna non usa masse monolitiche, materiali pesanti, ma predilige i processi musicali dalle colorazioni tenui, ad acquarello. Crea textures trascoloranti, statiche ma non ripetitive, giocate su figure presentate sotto una luce sempre diversa. Ricorre a strumenti particolari come la chitarra (in Scena, e Hitaita rakeita), il kantele (in Foto 2, Hypatian ripset, Soimisesta per kantele solista), i campanelli cinesi (in Kiinankannel) la fisarmonica, impiegata in diverse composizioni cameristiche (Duetto, Foto, Spin, Clip, Lasileikkaus) e orchestrali (Vignettes, Lasikirja). Gioca su ritmi flessibili, su trame polifoniche latenti tenute insieme da una linea portante (definita «intermelodia»), sui meccanismi della percezione (ad esempio sulla distanza di un oggetto sonoro, in Zoom per pianoforte e archi), su trame strumentali insieme fragili e virtuosistiche (in Lasikaktus - cactus di vetro - per pianoforte), sulla progressiva diluizione di materiali densi, attraverso un sottile gioco di variazioni (in Keltaisena hehkuu auringon multa - bagliori gialli delle macchie solari - per nastro magnetico). Come professore all'Accademia Sibelius, ha avuto tra i suoi allievi alcuni dei più brillanti compositori della nuova generazione finlandese: tra questi Olli Virtaperko (1973), Sampo Haapamäki (1979), Sauli Zinovjev (1988).