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Cultfinlandia.it ha intervistato Pirjo Immonen, sovrintendente del Museo d'arte di Kajaani e assidua viaggiatrice nel nostro Paese. Le abbiamo chiesto com’è l’arte italiana vista dal di fuori. Ecco quello che ci ha risposto.
CF: Da quanto tempo viaggi in Italia?
PI: Ci sono venuta spesso dal 2008, da quando abitavo prima a Soriano nel Cimino e poi a Roma e a Firenze.
CF: Nei tuoi numerosi viaggi nel nostro paese, quali sono le città che ti interessano di più culturalmente?
PI: Di certo la più bella è mamma Roma, la mia seconda casa, dove ritorno appena mi è possibile: ci sono sempre nuove strade da vedere. In questi ultimi anni ho visto crescere l'importanza di Roma come centro d'arte contemporanea in competizione con Il Nord Italia. Alludo ai due musei d'arte contemporanea e ad alcune importanti gallerie d'arte nati di recente. Venezia è soprattutto il mio primo amore; per me La Biennale è un ossessione. Mi piace perdermi, andando in giro per le calli, mentre cerco una delle sedi della Biennale e poi ritrovarmi in una chiesa dove sono esposti quadri di Veronese, Bellini, Tintoretto e tanti altri. A Torino mi piace l'esposizione d'arte contemporanea al Castello di Rivoli e la Triennale. A Firenze il convento di San Marco, con i dipinti del Beato Angelico: è un posto dove mi piace sempre ritornare.
CF: Da osservatrice esterna, cosa apprezzi in tema di offerta artistica e culturale?
PI: Sono un'appassionata di arte contemporanea. Ritengo che un'opera d'arte che elabora la realtà di oggi, soprattutto in considerazione della situazione in cui ci ritroviamo, sia importante. Cerco anche di conoscere gli artisti italiani che stanno emergendo o quelli che mi vengono segnalati. Apprezzo, in modo particolare, le mostre con un contenuto ben articolato derivante da un'approfondita ricerca nella storia dell'arte.
CF: Ricordi una mostra o un museo che ti ha colpito particolarmente?
PI: La mostra di Sebastiano del Piombo a Palazzo Venezia, a Roma, nel 2008. Le pareti dei saloni, dall'architettura dipinta, erano tutte ricoperte di velluto verde, rosso, blu, nel quale si aprivano "finestre" che davano su scrigni nei quali ogni opera era esposta ed illuminata ad hoc. Un'esperienza da togliere il fiato: una mostra può essere costruita anche in questo modo.
CF: Quali sono secondo te i nostri pregi e i nostri difetti, comparandoli anche alla situazione finlandese?
PI: Secodo me, la passione per la cultura e l'arte è una cosa importante, molto diffusa tra gli italiani. Sono invidiosa della possibilità che avete fin da bambini di crescere dentro tutta questa bellezza di tesori d'arte, che vi può dare una forza interiore che poi dura per tutta la vita. In Finlandia dobbiamo badare molto più di voi agli aspetti pratici della vita. Al giorno d'oggi i nostri musei d'arte svolgono un'attività pedagogica molto importante per i bambini e per le famiglie. Per esempio il "bagno di colori" è un'iniziativa tipicamente finlandese che potrebbe avere un grande successo anche in Italia. In un laboratorio del museo i bambini più piccoli (di meno di un anno) incominciano, piano piano, a conoscere con tutti i sensi il meraviglioso mondo dei colori come se fosse un bel gioco con i loro genitori.
CF: Che mostre vale la pena di venire a vedere in Finlandia questo autunno?
PI: Quest'anno è un must visitare il nuovo padiglione del museo d'arte Serlachius di Mänttä vicino a Tampere. In un'edificio dall'architettura contemporanea costruito tutto in legno si può vedere la video art di Eija-Liisa Ahtila, un'artista internazionale conosciuta e molto apprezzata. A Tampere invece sono in mostra i dipinti eleganti di Marika Mäkelä, al museo d'arte di Sara Hildén. Chi non ha visitato il museo di Didrichsen, una piccola perla sull'isola di Kuusisaari, nel golfo di Helsinki, ora ha la possibilità di vedere i dipinti espressionisti dell'artista norvegese Edvard Munch. La villa ed il museo - costruiti negli anni '60 dall'architetto Viljo Revell - sono appena stati riaperti dopo un ripristino totale.
*Pirjo Immonen è anche critico d'arte, insegnante e curatore. Scrive articoli sull'arte contemporanea in Italia per il periodico specializzato "Taide" e per alcuni quotidiani finlandesi. E' iscritta all'AICA, Associazione Internazionale Critici d'Arte.
“Tutta questa bellezza vi dà una forza interiore che dura per tutta la vita”. Intervista con la curatrice Pirjo Immonen
Il 25/11/2014
Cultfinlandia.it ha intervistato Pirjo Immonen, sovrintendente del Museo d'arte di Kajaani e assidua viaggiatrice nel nostro Paese. Le abbiamo chiesto com’è l’arte italiana vista dal di fuori. Ecco quello che ci ha risposto.
CF: Da quanto tempo viaggi in Italia?
PI: Ci sono venuta spesso dal 2008, da quando abitavo prima a Soriano nel Cimino e poi a Roma e a Firenze.
CF: Nei tuoi numerosi viaggi nel nostro paese, quali sono le città che ti interessano di più culturalmente?
PI: Di certo la più bella è mamma Roma, la mia seconda casa, dove ritorno appena mi è possibile: ci sono sempre nuove strade da vedere. In questi ultimi anni ho visto crescere l'importanza di Roma come centro d'arte contemporanea in competizione con Il Nord Italia. Alludo ai due musei d'arte contemporanea e ad alcune importanti gallerie d'arte nati di recente. Venezia è soprattutto il mio primo amore; per me La Biennale è un ossessione. Mi piace perdermi, andando in giro per le calli, mentre cerco una delle sedi della Biennale e poi ritrovarmi in una chiesa dove sono esposti quadri di Veronese, Bellini, Tintoretto e tanti altri. A Torino mi piace l'esposizione d'arte contemporanea al Castello di Rivoli e la Triennale. A Firenze il convento di San Marco, con i dipinti del Beato Angelico: è un posto dove mi piace sempre ritornare.
CF: Da osservatrice esterna, cosa apprezzi in tema di offerta artistica e culturale?
PI: Sono un'appassionata di arte contemporanea. Ritengo che un'opera d'arte che elabora la realtà di oggi, soprattutto in considerazione della situazione in cui ci ritroviamo, sia importante. Cerco anche di conoscere gli artisti italiani che stanno emergendo o quelli che mi vengono segnalati. Apprezzo, in modo particolare, le mostre con un contenuto ben articolato derivante da un'approfondita ricerca nella storia dell'arte.
CF: Ricordi una mostra o un museo che ti ha colpito particolarmente?
PI: La mostra di Sebastiano del Piombo a Palazzo Venezia, a Roma, nel 2008. Le pareti dei saloni, dall'architettura dipinta, erano tutte ricoperte di velluto verde, rosso, blu, nel quale si aprivano "finestre" che davano su scrigni nei quali ogni opera era esposta ed illuminata ad hoc. Un'esperienza da togliere il fiato: una mostra può essere costruita anche in questo modo.
CF: Quali sono secondo te i nostri pregi e i nostri difetti, comparandoli anche alla situazione finlandese?
PI: Secodo me, la passione per la cultura e l'arte è una cosa importante, molto diffusa tra gli italiani. Sono invidiosa della possibilità che avete fin da bambini di crescere dentro tutta questa bellezza di tesori d'arte, che vi può dare una forza interiore che poi dura per tutta la vita. In Finlandia dobbiamo badare molto più di voi agli aspetti pratici della vita. Al giorno d'oggi i nostri musei d'arte svolgono un'attività pedagogica molto importante per i bambini e per le famiglie. Per esempio il "bagno di colori" è un'iniziativa tipicamente finlandese che potrebbe avere un grande successo anche in Italia. In un laboratorio del museo i bambini più piccoli (di meno di un anno) incominciano, piano piano, a conoscere con tutti i sensi il meraviglioso mondo dei colori come se fosse un bel gioco con i loro genitori.
CF: Che mostre vale la pena di venire a vedere in Finlandia questo autunno?
PI: Quest'anno è un must visitare il nuovo padiglione del museo d'arte Serlachius di Mänttä vicino a Tampere. In un'edificio dall'architettura contemporanea costruito tutto in legno si può vedere la video art di Eija-Liisa Ahtila, un'artista internazionale conosciuta e molto apprezzata. A Tampere invece sono in mostra i dipinti eleganti di Marika Mäkelä, al museo d'arte di Sara Hildén. Chi non ha visitato il museo di Didrichsen, una piccola perla sull'isola di Kuusisaari, nel golfo di Helsinki, ora ha la possibilità di vedere i dipinti espressionisti dell'artista norvegese Edvard Munch. La villa ed il museo - costruiti negli anni '60 dall'architetto Viljo Revell - sono appena stati riaperti dopo un ripristino totale.
*Pirjo Immonen è anche critico d'arte, insegnante e curatore. Scrive articoli sull'arte contemporanea in Italia per il periodico specializzato "Taide" e per alcuni quotidiani finlandesi. E' iscritta all'AICA, Associazione Internazionale Critici d'Arte.