Prorogata fino al 9 giugno la mostra di Hannu Palosuo a Roma
Prorogata fino al 9 giugno Memoria Obliterata, la mostra dell’artista finlandese Hannu Palosuo (Helsinki, 1966) presso il Museo H.C.Andersen di Roma. Protagonisti sono i dipinti tratti dalle serie The empty realm of dreams (2012-2013), Obliterated memory (2012) e sculture in grande formato da Salle de musique (2010). Se per obliterare s’intende cancellare dalla memoria, allora Palosuo lavora per ossimori, rendendo il ricordo astratto, semplificato e dunque immune dall’entropia del tempo che passa. Personaggi di spalle, fiori e lampadari sono i soggetti ricorrenti delle sue opere, i quali, più che descritti, sono accennati, ricordati e attraversati dalla memoria che ne rende i profili indefiniti.
La pennellata vivace, distratta e sfilacciata con cui Palosuo dà forma agli oggetti e alle figure umane si oppone alle ombre da essi proiettate sullo fondo, ombre al contrario limpide, ben definite e terribilmente reali. Sono ombre, delle volte minacciosamente scure, che enfatizzano, poetizzano o completano il loro soggetto. Così come materiali e colori si oppongono tra loro, i dipinti si caricano di contenuti ambivalenti, in cui il confine tra realtà, sogno e memoria si fa labile. La potenza visiva e coloristica delle “ombre-ricordo” rimette continuamente in discussione quel confine, e come ripercorrendo al contrario il mito platonico, restituisce loro più veridicità di quanta non ne abbiano gli oggetti reali.
Poste controluce, anche le sculture in mostra appaiono come grandi “ombre-ricordo”, nelle quali la materia è nuovamente portatrice di significato. Sono sagome di lampadari in acciaio Corten, un materiale che per sua natura è restio al deperimento, così come forse lo sono i ricordi. L’indefinitezza delle pennellate e la lenta ossidazione dell’acciaio catturano e congelano la memoria, astraendola.
Federica Fierri