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Intervistiamo oggi Lorella Scacco, curatrice, docente e giornalista attiva da molti anni tra l'Italia e i Paesi Nordici. Ricordiamo tra i suoi progetti il volume NORTHWAVE | A Survey of Video Art in Nordic Countries (2011) e le mostre The Quest for Happiness. Italian Art Now, ancora in corso al Serlachius di Mänttä, e Focus Italy alla Cable Factory in occasione di Suomi Art Fair (maggio 2019).
Sei impegnata a completare il tuo dottorato in storia dell’arte. Come procedono le ricerche e la stesura della tesi in questo nuovo contesto?
A parte l’impossibilità di frequentare le biblioteche, direi che la sospensione di tutte le attività lavorative e didattiche ha creato un clima di sospensione che aiuta chi deve studiare o terminare la stesura di un saggio. Questi mesi di stasi mi hanno infatti permesso di leggere con attenzione numerosi testi di teoria dell’arte e di filosofia e di avanzare con la stesura dei capitoli della tesi di dottorato, che spero di poter discutere entro questo anno. In questo periodo, apprezzo poi molto gli strumenti per fare ricerca online, come Wikipedia, Monoskop, Leonardo, e i testi digitalizzati che le biblioteche hanno messo sui loro siti web.
Come curatrice hai sempre lavorato in molte realtà nordiche, da gallerie a musei a fiere. In questa situazione di lockdown immagino che prevalga la fase progettuale. A cosa stavi lavorando prima del manifestarsi della pandemia e come questa nuova situazione ha cambiato il tuo scenario professionale?
In realtà, dopo aver passato l’anno scorso curando due ampi progetti espositivi sull’arte italiana contemporanea in Finlandia (“Focus Italy” alla Cable Factory di Helsinki durante Suomi Art Fair e “The Quest for Happiness. Italian Art Now” come co-curatrice al Serlachius Museum di Mäntta) e tenendo varie conferenze a Copenaghen, Parigi e Turku, mi ero riservata questo anno per dedicarlo interamente al completamento della mia tesi di dottorato. Quindi la pandemia è coincisa con un periodo che ritenevo comunque dedicato alla ricerca e lontano da progetti curatoriali. Avrei rimandato tale periodo di studio soltanto nel caso di un incarico di docenza presso una Accademia di Belle Arti. Riguardo la mostra di artisti contemporanei italiani al Serlachius Museum, è curioso notare come la mostra sia stata chiusa in anticipo per la diffusione del corona virus per poi essere stata posticipata la sua chiusura al 27 settembre 2020. La mostra resterà così allestita e visitabile per quasi un anno solare intero.
Da osservatrice del contesto culturale italiano e finlandese come ti sembra stia reagendo il mondo dell’arte e cosa credi cambierà per il futuro?
Credo che questa pandemia influenzerà gli spostamenti delle persone per lungo tempo. Essendo il mondo dell’arte fondato sui viaggi di lavoro, sulle visite a Biennali, fiere o eventi in altre città o nazioni, sulle residenze all’estero, credo che si ritornerà, ahimé, ad una dimensione più nazionale per alcuni anni. Dall’altra parte, l’universo informatico ne uscirà avvantaggiato, con potenziamenti già attivi sul piano della didattica a distanza, visite virtuali a musei e alle loro mostre in corso. Da quello che osservo, il contesto culturale italiano e finlandese sta reagendo molto similmente. L’unica differenza tra le due nazioni è che la Finlandia sta aiutando gli artisti e gli operatori nel settore culturale in termini economici per superare questo periodo così particolare. In Italia, non ci sono iniziative del genere. Anzi, vedo prosperare aste in beneficienza di opere d’arte per aiutare chi sta in difficoltà.
Infine una domanda sui social network, che utilizzi molto, specialmente su Facebook. Ti aiuta a rimanere informata e in contatto con la tua rete sociale?
Sì, per fortuna che ci sono i social media! Qualche anno fa non avrei mai pensato che potessero essere così importanti. In questo periodo di distanziamento sociale, ti accorgi come puoi aggiornarti sullo stato dei tuoi amici e dei tuoi colleghi in poco tempo. Uno schermo ci divide e ci collega allo stesso tempo. Tra l’altro, una riflessione del filosofo Mauro Carbone sulla parola “schermo,” che deriva da schermire (e, in dettaglio, dalla lingua tedesca skirmjan che significa proteggere), e dunque come elemento che si interpone tra due cose per difesa o protezione, mi ha fatto percepire gli schermi che usiamo quotidianamente in altro modo. Ora il computer e il telefono non sono soltanto mezzi di comunicazione o di lavoro ma sono diventati elementi anche di protezione.
C’è un account social da seguire, che vuoi consigliarci?
Non ce ne è uno in particolare, ma mi piace seguire le iniziative dei musei promosse dai social media. In tal modo si resta aggiornati e si possono condividere dei pareri su mostre e opere d’arte.
Grazie!
Immagine: Lorella Scacco durante la conferenza “Early video experiments in Nordic Countries from 1960 to 1990s” tenuta il 4 dicembre 2019 a INHA - Istituto Nazionale di Storia dell’Arte di Parigi.
Foto di Dominique Belloir
Il mondo dell’arte al tempo della pandemia/5. Intervista a Lorella Scacco, curatrice, docente e giornalista
Il 22/05/2020
Intervistiamo oggi Lorella Scacco, curatrice, docente e giornalista attiva da molti anni tra l'Italia e i Paesi Nordici. Ricordiamo tra i suoi progetti il volume NORTHWAVE | A Survey of Video Art in Nordic Countries (2011) e le mostre The Quest for Happiness. Italian Art Now, ancora in corso al Serlachius di Mänttä, e Focus Italy alla Cable Factory in occasione di Suomi Art Fair (maggio 2019).
Sei impegnata a completare il tuo dottorato in storia dell’arte. Come procedono le ricerche e la stesura della tesi in questo nuovo contesto?
A parte l’impossibilità di frequentare le biblioteche, direi che la sospensione di tutte le attività lavorative e didattiche ha creato un clima di sospensione che aiuta chi deve studiare o terminare la stesura di un saggio. Questi mesi di stasi mi hanno infatti permesso di leggere con attenzione numerosi testi di teoria dell’arte e di filosofia e di avanzare con la stesura dei capitoli della tesi di dottorato, che spero di poter discutere entro questo anno. In questo periodo, apprezzo poi molto gli strumenti per fare ricerca online, come Wikipedia, Monoskop, Leonardo, e i testi digitalizzati che le biblioteche hanno messo sui loro siti web.
Come curatrice hai sempre lavorato in molte realtà nordiche, da gallerie a musei a fiere. In questa situazione di lockdown immagino che prevalga la fase progettuale. A cosa stavi lavorando prima del manifestarsi della pandemia e come questa nuova situazione ha cambiato il tuo scenario professionale?
In realtà, dopo aver passato l’anno scorso curando due ampi progetti espositivi sull’arte italiana contemporanea in Finlandia (“Focus Italy” alla Cable Factory di Helsinki durante Suomi Art Fair e “The Quest for Happiness. Italian Art Now” come co-curatrice al Serlachius Museum di Mäntta) e tenendo varie conferenze a Copenaghen, Parigi e Turku, mi ero riservata questo anno per dedicarlo interamente al completamento della mia tesi di dottorato. Quindi la pandemia è coincisa con un periodo che ritenevo comunque dedicato alla ricerca e lontano da progetti curatoriali. Avrei rimandato tale periodo di studio soltanto nel caso di un incarico di docenza presso una Accademia di Belle Arti. Riguardo la mostra di artisti contemporanei italiani al Serlachius Museum, è curioso notare come la mostra sia stata chiusa in anticipo per la diffusione del corona virus per poi essere stata posticipata la sua chiusura al 27 settembre 2020. La mostra resterà così allestita e visitabile per quasi un anno solare intero.
Da osservatrice del contesto culturale italiano e finlandese come ti sembra stia reagendo il mondo dell’arte e cosa credi cambierà per il futuro?
Credo che questa pandemia influenzerà gli spostamenti delle persone per lungo tempo. Essendo il mondo dell’arte fondato sui viaggi di lavoro, sulle visite a Biennali, fiere o eventi in altre città o nazioni, sulle residenze all’estero, credo che si ritornerà, ahimé, ad una dimensione più nazionale per alcuni anni. Dall’altra parte, l’universo informatico ne uscirà avvantaggiato, con potenziamenti già attivi sul piano della didattica a distanza, visite virtuali a musei e alle loro mostre in corso. Da quello che osservo, il contesto culturale italiano e finlandese sta reagendo molto similmente. L’unica differenza tra le due nazioni è che la Finlandia sta aiutando gli artisti e gli operatori nel settore culturale in termini economici per superare questo periodo così particolare. In Italia, non ci sono iniziative del genere. Anzi, vedo prosperare aste in beneficienza di opere d’arte per aiutare chi sta in difficoltà.
Infine una domanda sui social network, che utilizzi molto, specialmente su Facebook. Ti aiuta a rimanere informata e in contatto con la tua rete sociale?
Sì, per fortuna che ci sono i social media! Qualche anno fa non avrei mai pensato che potessero essere così importanti. In questo periodo di distanziamento sociale, ti accorgi come puoi aggiornarti sullo stato dei tuoi amici e dei tuoi colleghi in poco tempo. Uno schermo ci divide e ci collega allo stesso tempo. Tra l’altro, una riflessione del filosofo Mauro Carbone sulla parola “schermo,” che deriva da schermire (e, in dettaglio, dalla lingua tedesca skirmjan che significa proteggere), e dunque come elemento che si interpone tra due cose per difesa o protezione, mi ha fatto percepire gli schermi che usiamo quotidianamente in altro modo. Ora il computer e il telefono non sono soltanto mezzi di comunicazione o di lavoro ma sono diventati elementi anche di protezione.
C’è un account social da seguire, che vuoi consigliarci?
Non ce ne è uno in particolare, ma mi piace seguire le iniziative dei musei promosse dai social media. In tal modo si resta aggiornati e si possono condividere dei pareri su mostre e opere d’arte.
Grazie!
Immagine: Lorella Scacco durante la conferenza “Early video experiments in Nordic Countries from 1960 to 1990s” tenuta il 4 dicembre 2019 a INHA - Istituto Nazionale di Storia dell’Arte di Parigi.
Foto di Dominique Belloir