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Paavo Nurmi e la lingua di Catullo


In questi giorni di Olimpiadi, e in questi giorni di atletica, si è sentito più volte il nome di Paavo Nurmi. Oggi l'atleta finlandese, o meglio la leggenda finlandese, ovvero il flying finn per eccellenza avrebbe 119 anni, ma la sua incredibile carriera rimane ancora viva nei ricordi dei commentatori televisivi di tutto il mondo.

Sul web, su questo atleta veramente leggendario si trova di tutto e di più. Paavo Nurmi: makes the impossible possible è il titolo di un articolo sul sito olympic.org o The Mystery of flying finn su Runnersworld.com. In italiano c'è molto meno ma Alessandro Bocci, su TrackArena.com, ha scritto un bell'articolo datato 1 febbraio 2013.

Ed è proprio cercando materiale in italiano che mi sono imbattuta nell'archivio de la Repubblica da cui apprendo che Paavo Nurmi parlava correntemente il latino!
Ebbene sì, pare che il nostro Gianni Brera riuscì nel 1952 ad intervistare Nurmi:
"Si parla molto di un'intervista in latino fatta da Gianni Brera a Nurmi, nel suo negozio di camicie, durante le Olimpiadi di Helsinki 1952. Di questa intervista negli archivi della Gazzetta non v' è traccia. Mentre un ricordo di Nurmi si trova in "Incontri e invettive" (pagg. 218-223). «Toivo Aro era un banchiere di Helsinki, per mezzo suo intervistai Nurmi in latino. Era l' anno di scarsissima grazia 1946». A bordo del Bore I, in viaggio da Stoccolma a Turku. Brera è inviato per due quotidiani sportivi, precisa: la vecchia Gazzetta e l' Equipe-Elan. L' intervista è più col banchiere che con Nurmi. «Cur disqualificatus est?». «Dicitur coepisse pecuniam singulam americanorum per omnem passum, loqui de dollaris non possum ante eum».
L'articolo citato è del 31 maggio 2012 a firma di Gianni Mura.
A onor di cronaca, negli archivi de laRepubblica c'è un articolo di molto anteriore a quello di Gianni Mura: E Brera intervistò Nurmi nella lingua di Catullo, 7 luglio 1999. La firma non è riportata.

Chiudiamo questo breve omaggio a Paavo Nurmi con le parole di Italo Calvino, inviato dell'Unità alle Olimpiadi di Helsinki del 1952: nella cerimonia di apertura un acclamatissimo Paavo Nurmi accendeva il braciere olimpico, ultimo teodoforo insieme a Hannes Kolehmainen.
“Dell’aureola mitica attorno al suo nome pare non si curi, quasi il grande corridore delle statue e delle rievocazioni sia un qualcosa d’ormai scisso dalla sua persona, un fantasma immutabilmente giovane che continua la sua corsa mentre lui s’è fermato. Nurmi non si cura più nemmeno del suo sport, non è diventato, come tanti altri ex campioni, un organizzatore, un tecnico o un allenatore: vive al di fuori degli ambienti olimpici, e quando vi ritorna è proprio perché non può rifiutarsi di commemorare se stesso”.

Immagine: Paavo Nurmi, Cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Helsinki 1952