« Indietro
Kuhmo: il villaggio globale della Musica
Il 13/07/2016
Ha preso il via il Festival di musica da camera di Kuhmo. Fondato nel 1970 dal violoncellista Seppo Kimanen e da un piccolo gruppo di amici, è cresciuto negli anni diventando una delle rassegne più celebri del mondo per il repertorio cameristico e per i suoi interpreti. In questa piccola città finlandese, situata nella regione di Kainuu, a pochi passi dal confine con la Russia, vivono solo 9.000 persone, ma nelle due settimane del festival, fitte di appuntamenti, arrivano migliaia di appassionati e di giovani musicisti da ogni parte del mondo. Non a caso il Financial Times lo ha definito «un evento eccezionale, dove regnano gli ideali e la fantasia».
Fino al 23 luglio tutta la città di Kuhmo risuona di musica, con 70 concerti nei quali si esibiscono 150 musicisti. I concerti si tengono nella locale chiesa lignea, al Kuhmo Arts Centre, alla Kontio School, e nella Lentua Hall famosa per la sua eccellente acustica. Oltre ai concerti sono in programma iniziative per bambini, conferenze, incontri con gli artisti, mostre e workshop.
L'edizione di quest'anno ha come titolo Global Village. E per il direttore artistico, il violista Vladimir Mendelssohn, il festival è una specie di Torre di Babele: «Artisti da ogni parte del mondo arrivano a Kuhmo. L'idea è che questi abitanti del villaggio globale portino al Festival la musica, dei propri paesi, i suoni che rappresentano le loro culture».
Come sempre, anche quest'anno ci saranno alcune prime mondiali, commissionate dal festival: il Quartetto n.2 «Under a Ginkgo Tree in Tiergarten» di Juha T. Koskinen, affidato al Borea Quartet; e Kuuhiomo «a microtonal proludi» di Jukka Tiensuu affidato a Helmi Horttana (violino), Atte Kilpeläinen (viola), Tomas Djupsjöbacka (violoncello), Mikko Perkola (viola da gamba), Jaakko Luoma (fagotto).
Di solito un festival di musica da camera è incentrato sul repertorio classico e romantico, quindi molto mitteleuropeo. In questa edizione spicca invece la presenza di molti compositori italiani, di quelli d'epoca barocca come Antonio Vivaldi, Domenico Scarlatti, Alessandro Marcello (fratello del più noto Benedetto), fino a Paganini, Castelnuovo-Tedesco, Nino Rota. E anche alcuni nomi più rari come Teodorico Pedrini (1671-1746), che fu compositore e missionario in Cina, e del quale la flautista Niamh McKenna, con il basso continuo di Francesco Pedrini e Mikko Perkola, eseguirà la Sonata in Sol maggiore «Nepridi» Op. 3/5. Di Nicola Matteis (1670–1714), violinista e compositore attivo a Londra, la violinista Minna Pensola e il chitarrista Alberto Mesirca eseguiranno Diverse Bizzarie sopra la Vecchia, Sarabanda o pur Ciaccona.
C'è anche un concerto dedicato alla musica veneziana con brani di Antonio Vivaldi e Giovanni Gabrielli, e altri più rari di Giovanni Battista Buonamente (1595–1642) e Barbara Strozzi (1619–1677). In un concerto dal titolo «Il Gusto italiano» si ascolteranno con la schubertiana ouverture «In stile italiano», per pianoforte a quattro mani (pianisti Adrian Ibañez-Resjan e Junio Kimanen), la Suite italienne per violino e pianoforte di Stravinskij (interpretata da Alexander Sitkovetsky e Qian Wu), ma anche Funiculì-funiculà di Luigi Denza (1846—1922), ma nell'arrangiamento per ensemble che ne fece Arnold Schönberg nel 1921.
Fino al 23 luglio tutta la città di Kuhmo risuona di musica, con 70 concerti nei quali si esibiscono 150 musicisti. I concerti si tengono nella locale chiesa lignea, al Kuhmo Arts Centre, alla Kontio School, e nella Lentua Hall famosa per la sua eccellente acustica. Oltre ai concerti sono in programma iniziative per bambini, conferenze, incontri con gli artisti, mostre e workshop.
L'edizione di quest'anno ha come titolo Global Village. E per il direttore artistico, il violista Vladimir Mendelssohn, il festival è una specie di Torre di Babele: «Artisti da ogni parte del mondo arrivano a Kuhmo. L'idea è che questi abitanti del villaggio globale portino al Festival la musica, dei propri paesi, i suoni che rappresentano le loro culture».
Come sempre, anche quest'anno ci saranno alcune prime mondiali, commissionate dal festival: il Quartetto n.2 «Under a Ginkgo Tree in Tiergarten» di Juha T. Koskinen, affidato al Borea Quartet; e Kuuhiomo «a microtonal proludi» di Jukka Tiensuu affidato a Helmi Horttana (violino), Atte Kilpeläinen (viola), Tomas Djupsjöbacka (violoncello), Mikko Perkola (viola da gamba), Jaakko Luoma (fagotto).
Di solito un festival di musica da camera è incentrato sul repertorio classico e romantico, quindi molto mitteleuropeo. In questa edizione spicca invece la presenza di molti compositori italiani, di quelli d'epoca barocca come Antonio Vivaldi, Domenico Scarlatti, Alessandro Marcello (fratello del più noto Benedetto), fino a Paganini, Castelnuovo-Tedesco, Nino Rota. E anche alcuni nomi più rari come Teodorico Pedrini (1671-1746), che fu compositore e missionario in Cina, e del quale la flautista Niamh McKenna, con il basso continuo di Francesco Pedrini e Mikko Perkola, eseguirà la Sonata in Sol maggiore «Nepridi» Op. 3/5. Di Nicola Matteis (1670–1714), violinista e compositore attivo a Londra, la violinista Minna Pensola e il chitarrista Alberto Mesirca eseguiranno Diverse Bizzarie sopra la Vecchia, Sarabanda o pur Ciaccona.
C'è anche un concerto dedicato alla musica veneziana con brani di Antonio Vivaldi e Giovanni Gabrielli, e altri più rari di Giovanni Battista Buonamente (1595–1642) e Barbara Strozzi (1619–1677). In un concerto dal titolo «Il Gusto italiano» si ascolteranno con la schubertiana ouverture «In stile italiano», per pianoforte a quattro mani (pianisti Adrian Ibañez-Resjan e Junio Kimanen), la Suite italienne per violino e pianoforte di Stravinskij (interpretata da Alexander Sitkovetsky e Qian Wu), ma anche Funiculì-funiculà di Luigi Denza (1846—1922), ma nell'arrangiamento per ensemble che ne fece Arnold Schönberg nel 1921.