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All'Auditorium RAI di Torino Gaetano d’Espinosa dirige due capolavori orchestrali di Sibelius, Valse triste e la Quinta Sinfonia, insieme al Concerto n.1 per pianoforte e orchestra di Fryderyc Chopin, solista Jan Lisiecki. Il Valse triste op.44 n.1 è una delle pagine più celebri di Sibelius, che ha trovato anche ampia diffusione anche nella musica di consumo, ed è diventato simbolo dell'anima malinconica della Finlandia.
In realtà Siblius lo compose come parte delle musiche di scena per un dramma del cognato Arvid Järnefelt, intitolato Kuolema (La morte), che furono eseguite per la prima volta allo Svenska Teatern di Helsinki, il 25 aprile 1904.
Il dramma racconta la vicenda di un diciannovenne che si trova ad affrontare il delirio di due donne: prima al capezzale della madre morente, la quale sogna di essere a un ballo con uno sconosciuto, che si scopre essere la morte in persona; poi di fronte al folle gesto della matrigna di sua moglie, che appicca un incendio alla casa, rimanendone ella stessa vittima.
Questo dramma, non proprio un capolavoro, fu presto dimenticato, mentre le musiche di Sibelius ebbero un grande successo. Soprattutto il primo dei sei numeri, il Valzer (che accompagnava la scena del delirio della madre), pubblicato qualche anno dopo come pezzo a sé stante (con l'aggiunta di qualche strumento) con il titolo di Valse triste.
Dieci anni dopo, nel 1914, Sibelius iniziò a comporre la sua Quinta sinfonia, in mi bemolle maggiore, commissionatagli dal governo finlandese che intendeva celebrare con un concerto solenne il cinquantesimo compleanno del compositore: l'8 dicembre 1915 (giorno che fu dichiarato festa nazionale) fu lo stesso Sibelius a dirigere la sua nuova sinfonia, sul podio dell'Orchestra filarmonica di Helsinki, e con grande successo.
Ma il compositore non era contento del suo lavoro, e sottopose la partitura a due revisioni, riducendo i quattro movimenti originali a tre, e cambiando l'orchestrazione, spinto da un'urgenza di ridefinizione della forma sinfonica («volevo dare alla mia sinfonia un'altra forma – più umana, più concreta, più vivida»), dal desiderio di creare una sorta di germinazione organica dei motivi, attraverso una redistribuzione del materiale tematico.
Nell'aprile del 1915, nel pieno della composizione di questa sinfonia, Sibelius annotava nel suo diario: «[…] Ho passato la serata con la sinfonia. Con la disposizione dei temi. Quest'opera importante, che mi affascina misteriosamente. È come se Dio avesse fatto cadere dei pezzi di mosaico dal pavimento del suo palazzo celeste, e mi avesse chiesto di ricostruirlo».
Il primo movimento si articola in quattro sezioni, ciascuna con un proprio climax: un'esposizione in 12/8 (Tempo molto moderato) che inizia con un richiamo del corno (motivo che è la matrice di molti altri temi all'interno della sinfonia) e che presenta da sola ben sei temi; una riesposizione (Allegro moderato) dove gli stessi temi vengono ribaditi in forma variata; uno sviluppo (Poco a poco meno moderato) che accelera fino a sfociare nella quarta sezione, lo scherzo in 3/4, dotato di un suo trio, e ancora caratterizzato da una chiara progressione agogica (Allegro moderato ma a poco a poco stretto – Vivace molto – Presto – Più presto).
Il secondo movimento è una sorta di intermezzo (Andante mosso, quasi allegretto), costruito come una serie di variazioni sul tema del flauto, esposto all'inizio sullo sfondo dei pizzicati degli archi, variazioni poi affidate in gran parte ad intrecci dei legni.
Il finale segue una progressione agogica inversa rispetto a quella del primo tempo: da un inizio movimentato (Allegro molto, in 2/4) arriva a un grande rallentamento nel finale (Largamente assai). È una pagina molto ispirata, che si basa su una formicolante trama degli archi, e poi su un tema ampio e solenne intonato da corni e tromboni, che è poi diventato una delle melodie più note di Sibelius. Segue una riesposizione del materiale tematico e una coda trionfale e radiosa dove ritorna il tema solenne negli ottoni, che risuona fino alla strana cadenza finale, con i sei grandi accordi, separati da lunghe, misteriose pause.
Torino. Auditorium RAI
Concerto n. 17 - Stagione sinfonica 2015/2016
Giovedì 17 Marzo 2016 - ore 20.30
Venerdì 18 Marzo 2016 - ore 20.30
Gaetano d’Espinosa direttore
Jan Lisiecki pianoforte
Jean Sibelius, Valse triste, da Kuolema
Fryderyc Chopin, Concerto n. 1 in mi minore op. 11 per pianoforte e orchestra
Jean Sibelius, Sinfonia n. 5 in mi bemolle maggiore op. 82
Il valzer triste di Sibelius – Torino, 17 e 18 marzo – VIDEO
Il 17/03/2016
All'Auditorium RAI di Torino Gaetano d’Espinosa dirige due capolavori orchestrali di Sibelius, Valse triste e la Quinta Sinfonia, insieme al Concerto n.1 per pianoforte e orchestra di Fryderyc Chopin, solista Jan Lisiecki. Il Valse triste op.44 n.1 è una delle pagine più celebri di Sibelius, che ha trovato anche ampia diffusione anche nella musica di consumo, ed è diventato simbolo dell'anima malinconica della Finlandia.
In realtà Siblius lo compose come parte delle musiche di scena per un dramma del cognato Arvid Järnefelt, intitolato Kuolema (La morte), che furono eseguite per la prima volta allo Svenska Teatern di Helsinki, il 25 aprile 1904.
Il dramma racconta la vicenda di un diciannovenne che si trova ad affrontare il delirio di due donne: prima al capezzale della madre morente, la quale sogna di essere a un ballo con uno sconosciuto, che si scopre essere la morte in persona; poi di fronte al folle gesto della matrigna di sua moglie, che appicca un incendio alla casa, rimanendone ella stessa vittima.
Questo dramma, non proprio un capolavoro, fu presto dimenticato, mentre le musiche di Sibelius ebbero un grande successo. Soprattutto il primo dei sei numeri, il Valzer (che accompagnava la scena del delirio della madre), pubblicato qualche anno dopo come pezzo a sé stante (con l'aggiunta di qualche strumento) con il titolo di Valse triste.
Dieci anni dopo, nel 1914, Sibelius iniziò a comporre la sua Quinta sinfonia, in mi bemolle maggiore, commissionatagli dal governo finlandese che intendeva celebrare con un concerto solenne il cinquantesimo compleanno del compositore: l'8 dicembre 1915 (giorno che fu dichiarato festa nazionale) fu lo stesso Sibelius a dirigere la sua nuova sinfonia, sul podio dell'Orchestra filarmonica di Helsinki, e con grande successo.
Ma il compositore non era contento del suo lavoro, e sottopose la partitura a due revisioni, riducendo i quattro movimenti originali a tre, e cambiando l'orchestrazione, spinto da un'urgenza di ridefinizione della forma sinfonica («volevo dare alla mia sinfonia un'altra forma – più umana, più concreta, più vivida»), dal desiderio di creare una sorta di germinazione organica dei motivi, attraverso una redistribuzione del materiale tematico.
Nell'aprile del 1915, nel pieno della composizione di questa sinfonia, Sibelius annotava nel suo diario: «[…] Ho passato la serata con la sinfonia. Con la disposizione dei temi. Quest'opera importante, che mi affascina misteriosamente. È come se Dio avesse fatto cadere dei pezzi di mosaico dal pavimento del suo palazzo celeste, e mi avesse chiesto di ricostruirlo».
Il primo movimento si articola in quattro sezioni, ciascuna con un proprio climax: un'esposizione in 12/8 (Tempo molto moderato) che inizia con un richiamo del corno (motivo che è la matrice di molti altri temi all'interno della sinfonia) e che presenta da sola ben sei temi; una riesposizione (Allegro moderato) dove gli stessi temi vengono ribaditi in forma variata; uno sviluppo (Poco a poco meno moderato) che accelera fino a sfociare nella quarta sezione, lo scherzo in 3/4, dotato di un suo trio, e ancora caratterizzato da una chiara progressione agogica (Allegro moderato ma a poco a poco stretto – Vivace molto – Presto – Più presto).
Il secondo movimento è una sorta di intermezzo (Andante mosso, quasi allegretto), costruito come una serie di variazioni sul tema del flauto, esposto all'inizio sullo sfondo dei pizzicati degli archi, variazioni poi affidate in gran parte ad intrecci dei legni.
Il finale segue una progressione agogica inversa rispetto a quella del primo tempo: da un inizio movimentato (Allegro molto, in 2/4) arriva a un grande rallentamento nel finale (Largamente assai). È una pagina molto ispirata, che si basa su una formicolante trama degli archi, e poi su un tema ampio e solenne intonato da corni e tromboni, che è poi diventato una delle melodie più note di Sibelius. Segue una riesposizione del materiale tematico e una coda trionfale e radiosa dove ritorna il tema solenne negli ottoni, che risuona fino alla strana cadenza finale, con i sei grandi accordi, separati da lunghe, misteriose pause.
Torino. Auditorium RAI
Concerto n. 17 - Stagione sinfonica 2015/2016
Giovedì 17 Marzo 2016 - ore 20.30
Venerdì 18 Marzo 2016 - ore 20.30
Gaetano d’Espinosa direttore
Jan Lisiecki pianoforte
Jean Sibelius, Valse triste, da Kuolema
Fryderyc Chopin, Concerto n. 1 in mi minore op. 11 per pianoforte e orchestra
Jean Sibelius, Sinfonia n. 5 in mi bemolle maggiore op. 82